Nel bosco


" La curiosità, il coraggio, la vita..."  

Chi è Michele Agosteo?
Vivo a Milano, sono un disegnatore, fumettista, game artist, sviluppatore web. Prima di questo libro avevo pubblicato un fumetto presso l’Intrepido per l’editrice Universo e pubblicato diversi giochi ma come membro di un team. In passato avevo cercato di pubblicare dei fumetti o romanzi ma senza mai arrivare alla fine. L’aver coinvolto un’altra persona mi ha dato la determinazione sufficiente per arrivare alla fine.
Da dove nasce l’idea di scrivere questo libro? 
Ho scritto Rogoredo, la ragazza del bosco perché volevo raccontare quello che accadeva nel Boschetto della droga di Rogoredo, una zona in mano allo spaccio, in quella che dovrebbe essere una città moderna come Milano. 
La seconda motivazione era raccontare lo stile di vita di chi è vittima della dipendenza.
Ci sono state diverse autobiografie di autori che hanno raccontato i propri trascorsi in prima persona. Io ho voluto raccontare quella condizione vista da fuori. 
Questa vicenda mi ha insegnato che chi è tossicodipendente tende a mentire ed omettere elementi importanti sul proprio stato. Pertanto spero che questa storia sia un elemento addizionale per informare e comprendere il fenomeno.
Ci descrivi un po’ di cosa parla?
Il libro racconta di come sono andato, un po’ incoscientemente, a curiosare a Rogoredo, in mezzo ai tossicodipendenti; racconta come ho cercato di stare vicino ad una ragazza, cercando di convincerla ad allontanarsi dalle droghe.
Cosa hai provato nel vedere la tua opera finita?
Una sorta di liberazione da un peso. E’ facile iniziare un’opera e poi abbandonarla. Io ho cercato di tenere duro e di arrivare alla pubblicazione. Vederlo stampato mi ha fatto un certo effetto. Quasi incredulità.
Quel è stata la più grande difficoltà nello scrivere?
Trasformare una serie di appunti, raccolti in un arco di due anni, in un romanzo. Credevo che, raccontare una storia presa da degli appunti di un diario fosse una cosa facile. Ma non è stato così. Mi sono accorto che, per suscitare interesse, avrei dovuto raggruppare episodi simili e creare un filo conduttore. Solo così avrei generato aspettativa nel lettore per indurlo a proseguire la lettura.
 Quanto tempo è passato dall’idea alla pubblicazione?
Due anni esatti.
Sei soddisfatto dell’opera?
Sono discretamente soddisfatto. A me ha insegnato che bisogna tenersi lontani dalle droghe. Spero che il messaggio passi anche per gli altri.
Se tornassi indietro di qualche giorno/mese, quale errore non faresti?
A volte penso che avrei potuto fare più domande e raccogliere più aneddoti sul bosco o sul passato di Martina, ma ero preso dallo stare vicino alla ragazza per cui, in quel momento, il libro passava in secondo piano.
Ritieni che ne sia valsa la pena?
A mio avviso, sì. Nonostante l’impegno e lo sforzo che mi ha richiesto, questo per me è qualcosa di diverso rispetto ai miei precedenti  progetti.
Massimo Starita 

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