L' emozione di Monia.





Sappiamo che provare emozioni è una costante per chi adora scrivere. 
Creare i personaggi, farli interagire, plasmarne il carattere e legare le vicende, provoca quella sensazione di essere il padre, o la madre, dei tanti figli che nascono dalla propria penna e dalla propria fantasia. 
Emozione è anche avere un complimento sincero da chi apprezza un nostro lavoro. 
Emozione è anche vedere il proprio libro nella vetrina di una libreria.
Emozione è anche emozionarsi.

È il caso della protagonista di oggi, Monia di Toro, termolese, di professione avvocato, ma con la passione per scrittura che un bel giorno si è trovata a essere vincitrice di un contest della casa editrice Historica, per il suo racconto “Il mondo malato di Enrico”, pubblicato nella raccolta ”Racconti dall’Abruzzo e dal Molise”, disponibile su tutti gli store on line.
Monia ha un vantaggio che la potrà aiutare in questa grande avventura: colta, sensibile, sempre con il sorriso, la giovane scrittrice molisana ha il dono di trasferire se stessa nelle sue opere. Il successo è garantito. 

-Perché un avvocato, nel tempo libero, si mette a scrivere? Non è meglio una lunga passeggiata al parco o al mare? (sorrido)
"Diciamo che sono un avvocato un po’ anomalo (sorrido anche io). Mi sono sempre interessata, nel corso della mia formazione, oltre al punto di vista giuridico anche agli aspetti psicologici dei conflitti relazionali. Ho sentito il desiderio di metterle a fuoco queste dinamiche attraverso il racconto di storie vere o inventate che riguardano le situazioni che ognuno di noi può incontrare facilmente nella vita. Quando ho iniziato tuttavia l’ho fatto come forma di autoterapia. Mi faceva sentire bene. La scrittura, a mio avviso, è una potente mezzo di psicoterapia."

-Quando ti hanno comunicato che avevi vinto il concorso con Historica, cosa hai provato, cosa stavi facendo. Descrivici quel momento…sei scrittrice. (sorrido ancora)
"Stavo andando a fare un aperitivo (rigorosamente all’aperto), dopo giornate intere chiusa in casa. Ricordo che tirava un vento da rendere difficile anche camminare, ma avevo bisogno di un po’ di svago.Ero in macchina e prima di raggiungere il porto turistico, luogo dell’appuntamento, mi sono fermata a fare la spesa. Ho preso in mano il telefono e ho letto la notifica. Lette le prime due parole, del titolo della mail, Concorso letterario e già il cuore a mille. Leggere il seguito, le comunichiamo che il suo racconto è stato selezionato e verrà pubblicato…una grande emozione.
Non ho capito più nulla. Ho raggiunto gli amici, ma non sono più riuscita a pensare ad altro. Una sensazione di euforia, incredibile.Volevo solo comunicare a tutti la mia gioia."

-Quanto influisce il tuo stato d’animo di quel giorno, di quel periodo, in ciò che scrivi?
"Lo stato d’animo influisce sempre su ciò che scriviamo quando si tratta di raccontare la vita. La scrittura è un potente mezzo di conoscenza di sé stessi. Non si può prescindere dal proprio vissuto quando si racconta. Per riuscire a scrivere e descrivere un’emozione è indispensabile metterla bene a fuoco. Andare a esplorarla per mezzo di un viaggio all'interno del più profondo se’. Di conseguenza per mezzo della scrittura miglioriamo la nostra consapevolezza, acquisiamo maggior controllo di noi."

-Parlaci del tuo ultimo libro: di cosa parla? Quando lo troveremo in libreria?
Il racconto è stato pubblicato da Historica edizioni, una casa editrice indipendente che si definisce sul suo sito “attenta a una scrittura di qualità (sorrido), in un’antologia chiamata “Racconti dall'Abruzzo e dal Molise”
Il mio breve racconto, a cui sono molto legata, intitolato “Il mondo malato di Enrico” è la storia di un amore, spento, ormai morto nella routine.
Un rapporto tossico, difficile da chiudere. Ne vengono fuori una serie di emozioni della protagonista, rabbia, solitudine. Grande frustrazione. Difficoltà nell'affrontare una fine, paura del distacco. Situazioni in cui tanti di noi si sono trovati, che lo rendono autentico e che consente una facile identificazione del lettore.

-Quando pensi ai personaggi dei tuoi racconti, hai il timore che assomiglino troppo alla realtà?
"Timore non direi proprio. Io voglio raccontare la realtà. Il mio desiderio è proprio, rappresentare le cose della vita attraverso la scrittura. Più i racconti sono autentici e più sono efficaci. E lo sono perché il lettore può conoscersi e riconoscersi in quello che legge. La vita dei miei personaggi è la vita di tutti, perché in ogni pezzo di storia altrui c’è sempre anche un po’ di noi."

-Che progetti hai nel campo della scrittura?
"Il romanzo è sempre un sogno per chi si dedica alla scrittura. Senza farsi prendere da facili entusiasmi e guardare troppo avanti, ovviamente, mi piacerebbe. Ci proverò, ma continuerò a farlo solo per piacere personale. Poi senza porre limite alle sorprese che la vita può riservare, chi vivrà, vedrà. In ogni caso sarà un successo."

-Cosa vuoi fare da “grande”?
"Come ti accennavo prima, ho capito negli anni di essere particolarmente interessata agli aspetti psicologici nella risoluzione dei conflitti, di essere predisposta naturalmente alla mediazione, all'ascolto, ho scoperto questo desiderio di aiutare le persone anche attraverso varie modalità che si possono collegare. E ho scoperto che amo scrivere.
Nel futuro chissà, vorrei incastrare questa mia passione anche alla mia professione, o in ogni caso aiutare, in qualche modo gli altri con maggiore attenzione all'universo femminile. Vedremo come."

-Quando diventerai famosa ti ricorderai del nostro blog? (sorrido)
"Quando diventerò famosa, pretenderò la prima intervista da uno dei blog sulla scrittura, più seguiti in Italia, il tuo…

-Scrivi ciò che vuoi, a chi vuoi…
"Ti ringrazio, per l’occasione che mi hai riservato, di condividere con i lettori del tuo blog, il mio piccolo successo. Se qualcuno volesse leggere qualche mio racconto può collegarsi alla mia pagina, dove troverà le pubblicazioni del mio blog. Vi lascio gli indirizzi, se siete curiosi."

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