Orazio Santagati: Dal premio "Mattarella" a "La percentuale dell'angelo"

 


Le cose non accadono mai per caso. Questa mia convinzione è confermata dalla storia che stiamo per raccontarvi, o meglio, che vi racconterà lui, il protagonista: Orazio Santagati.
Orazio è uno scrittore. La sua ultima opera si chiama “La percentuale dell’angelo”.
È un romanzo intenso, coinvolgente, basato su un’ardita e spettacolare commistione di generi: parte come dramma avventuroso, si sviluppa assecondando i meccanismi del thriller e si conclude come racconto del mistero. Tutto da leggere. 
Orazio Santagati è però anche l’ideatore del premio “Piersanti Mattarella”. Scopriamo assieme a lui com'è nata questa avventura. La sensibilità di Orazio ha trovato sponda nel fato...

- Ciao Orazio, allora com’è nato il premio “Piersanti Mattarella”?
Il Premio Piersanti Mattarella, di cui sono presidente dal 2015,  è nato mentre ero a Palermo, nel novembre del 2014, coinvolto in una raccolta fondi per il Centro Astalli, un’importante associazione che aiuta i centri d’accoglienza per immigrati. Mi ero messo a loro disposizione, donando cinquecento volumi di un mio libretto di aforismi intitolato Petali di sabbia. Mi trovavo dunque presso l’archivio storico di Palermo, con il sindaco della città, Leoluca Orlando, vari assessori comunali e il presidente del Centro Astalli, e i libri sono andati a ruba, anche grazie all'impegno dei volontari dell’associazione che si sono improvvisati venditori. Il giorno dopo, prima di rientrare a Roma in aereo, sono passato in via della Libertà. Ero con una persona di Palermo, Antonietta Greco Giannola che aveva organizzato la serata di beneficenza, e che qualche mese dopo sarebbe diventata il vice presidente dello stesso premio Piersanti Mattarella, e ci siamo fermati prima davanti alla casa del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella e poi di fronte alla lapide che ricorda l’esatto luogo in cui è stato assassinato. La lapide era sporca e mancavano alcune lettere. Ricordavo bene la tragicità di quell'evento, un omicidio operato dalla mafia di cui si parlava pochissimo… e mi fece tenerezza e anche un po’ rabbia notare come il monumento in ricordo di questo eroe civile fosse trascurato, semicoperto dall'edera. Da lì pensai di fare qualcosa per ricordare quell'uomo, e pensai all'unica cosa che mi stava veramente a cuore: la cultura. Immaginai un premio letterario giornalistico a cui potevano partecipare autori con testi di ispirazioni sociale e di denuncia contro l’illegalità e la criminalità organizzata. Nel dicembre 2014, tramite Antonietta, l'organizzatrice di quella serata di beneficenza, conoscente della famiglia Mattarella,  riuscii a ottenere un contatto email con la figlia di Piersanti, Maria. Poco dopo mi misi in contatto con il figlio, Bernardo. A loro due chiesi il permesso di intitolare un premio al loro caro padre scomparso. Ne furono subito entusiasti e concessero il loro permesso. Il fato volle che a fine gennaio 2015 venisse eletto presidente della Repubblica il fratello di Piersanti: Sergio Mattarella. Ovviamente, tale riscontro ha amplificato non poco l’importanza di questo premio.
 
-Cosa si prova, oggi, a distanza di sei anni a organizzare un premio prestigioso?
A distanza di anni, si provano sensazioni sempre nuove, perché ogni anno il premio riesce a coinvolgere grandi scrittori, ottimi giornalisti e ispirati esordienti, nelle cui pagine riesco a scorgere quella scintilla di speranza e di eroico impegno appartenuta a Piersanti Mattarella il cui motto era, ed è grazie anche a questo premio Il recupero del senso del dovere  Ogni anno, noi della Onlus memoria nel cuore, che organizziamo questo evento, così come organizziamo molte altre cose per assistere chiunque abbia bisogno di aiuto o di giustizia,  abbiamo provato a introdurre elementi inediti e a parlare a un pubblico più vasto, per promuovere la cultura e l’impegno civile. Non c’è mai un premio come un altro, ed è sempre bello come la prima volta avere che fare con la passione per la scrittura e la competizione del talento puro.

-Quanto è importante per le generazioni future il “ ricordo” ?
Il ricordo è un meccanismo fondamentale per la sopravvivenza del genere umano e per la difesa della sua dignità morale. Le future generazioni devono allenare la memoria e restare attenti a ciò che il passato insegna loro. Grazie anche a questo premio e a una onlus che si chiama La memoria nel cuore provo appunto a celebrare l’importanza del concetto di ricordo: ogni tipo di memoria può migliorarci, è questo il senso. Con queste iniziative, ogni anno, conosco nuove espressioni letterarie e nuovi scrittori, che sono dei gran talenti, e capisco che le nuove generazioni sono sensibili ai temi etici e all'educazione civica. Noi adulti siamo pronti a lasciare a questi ragazzi il testimone della legalità, dell’onestà e del senso del dovere, come eredità morale e spirituale. È una strada che tutti dobbiamo percorrere nel rispetto reciproco. Il neo nato premio Marco Vannini in atto, per giovani scrittori, da noi ideato e organizzato, e che nel 2021 avrà la sua prima finale ne è un caloroso esempio. 
 

-Chi è invece l’Orazio Santagati scrittore?
Lo scrittore Orazio Santagati è solo un sognatore che non ha voglia di smettere di sognare, ed è anche uno scrittore appassionato: un uomo che scrive perché sente bisogno di condividere quel sogno e di esprimere le sue emozioni. Le storie di cui parlo nascono da esperienze che ho vissuto con la mia pelle, o da suggestioni nate grazie all'amore che provo nei confronti della cultura… e a tutto questo si aggiunge un po’ di follia, di pura fantasia e di gusto per l’immaginazione.

 -Quanto sei cresciuto dalla prima pubblicazione a oggi?
Ho cominciato tardi a scrivere, e sinceramente non ero cosciente di saperlo fare. Ancora oggi faccio fatica a definirmi uno scrittore, perché mi piace davvero troppo farlo. È come navigare o volare. C’è il mare, c’è il cielo, c’è tutto quando mi metto a scrivere. Basta solo respirare.

-Come vedi il mercato dell’editoria in Italia?
Il mercato dell'editoria oggi lo vedo come Porta Portese a Roma di domenica mattina: tanti strillano... e pochi vendono.

 -Parliamo del tuo ultimo lavoro “La percentuale dell’angelo”, cosa ci riserva?
La percentuale dell’angelo lo considero un esperimento, un romanzo che si apre a brani puramente saggistici, con molte parti coraggiose. Ho provato a metterci dentro qualcosa di unico e di diverso. Quel in più che in nessun altro libro ho mai letto. Comunque io l’ho letto, e a me è piaciuto moltissimo!

-Chi è Gerico Mancini? Quanto ti somiglia?
Gerico è un ex colonnello dei servizi segreti, e non solo... Un eroe misterioso con un cuore da giovanotto e la pelle dura da veterano. È uno che sa cosa fare per difendere chi ama in ogni modo e al momento giusto, rischiando la sua vita. Ma è anche un sognatore, uno spirito che si ferma molto spesso a riflettere e che si perde in domande più grandi di lui. Mi somiglia molto.

 -Da cosa hai tratto l’ispirazione per questo romanzo?
Un romanzo è la sua ispirazione. Molti miei lettori sono convinti che io scriva di fatti realmente accaduti. Non è così… Ma questa per me è la vera forza di un romanzo: far sì che ciò che si legge sembri autentico.

-Hai già in mente il prossimo lavoro?
Sto già scrivendo un altro romanzo in cui inserirò tematiche legate all'esoterismo e una riflessione articolata sui nuovi sette vizi capitali.

Saluto tutte le lettrici e i lettori, scrittori e scrittrici a cui dedico uno dei miei aforismi più cari.
Un libro è l’unica anima che puoi toccare. 

 

 

 


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