Oltre l'abisso

Ricordo ancora quando da ragazzo, come compito da eseguire per le vacanze di Natale, a scuola mi chiesero di scegliere un libro dalla biblioteca del secondo piano. Scelsi “Lezioni di abisso”.
Pensavo a un romanzo leggero, incentrato sulla pesca in mare, sulle avventure di un mito come Jacques Cousteau e invece mi trovai di fronte ad un “mattone” il cui protagonista era un malato terminale che parlava con il proprio abisso interiore.
Decisamente troppo per un dodicenne.
Il romanzo di oggi ricorda solo nel titolo il mio sfortunato approccio adolescenziale, la protagonista di oggi, Elisabetta Tagliati, ci porta “Oltre l’abisso”, in un romanzo onirico, leggendario.

 -Ciao Elisabetta, per il gli amici Betty, cos’è per te un romanzo onirico?
Per me un romanzo onirico è un romanzo borderline tra il fantasy e la realtà, qualcosa con contenuti misteriosi e una lettura non univoca. Ho deciso di definire il mio romanzo come ‘onirico’ perché è la fedele trascrittura di un sogno di oltre 3 mesi che mi ha accompagnata nella primavera del 2018.

-Cosa c’è di particolare nel tuo romanzo?
Il mio romanzo è molto legato al mondo del leggendario (suggestione che permea anche alcuni dei sogni che facciamo), qualcosa che, nonostante sia ambientato in epoca celtica, è senza tempo e narra di vicende che possono essere declinate in ognuno di noi. Penso il mio libro abbia almeno tre livelli di lettura: un romance/drammatico/fantasy, un romanzo dove ci si può ritrovare come l’eroe nei confronti della società e un romanzo psicologico dove i personaggi sono parti della personalità del lettore. Mi permetterei anche di aggiungere una lettura in senso spirituale/sottile/esoterico. Nel mio romanzo la trama è secondaria rispetto agli spunti filosofici contenuti ed ai risvolti psicologici, che trattano temi molto delicati tra i quali: amore, spiritualità, religione, rapporto genitoriale, ricerca del sé, morte, didattica, responsabilità,…
Un’altra particolarità di “Oltre l’Abisso”  è che ne è stata fatta una trasposizione in forma di spettacolo (con 25 brani inediti prog-rock composti da Perry Magnani) e nel 2019 abbiamo debuttato nell’omonima opera rock. Potete ascoltarne vari brani su Spotify (Perry & Betty Lab) o guardare i nostri video musicali su Youtube (canale ‘Oltre l’Abisso). Ovviamente sogno che presto le condizioni saranno tali per poterla mettere in scena di nuovo; anche quando non facciamo lo show per intero, capita spesso di presentare il libro eseguendo alcune canzoni con la band, magari vestendo i panni dei personaggi.

-Partiamo dalla copertina: chi è quella donna?
La copertina, ad opera dell’amico Lanfranco “Frillo” Bassi (illustratore anche del calendario Buffetti 2020), è stata a lungo meditata. Desideravo un artwork nato apposta per “Oltre l’Abisso”, non qualcosa di didascalico, ma piuttosto di suggestivo. Io e Frillo abbiamo parlato per giorni al telefono confrontandoci e scavando in Bethel, la protagonista del libro. Anche la scelta del tratto e della tecnica è stata importante: eravamo divisi tra uno stile di ritrattismo gothic e uno più fumettistico/steampunk (scusatemi per la terminologia forse impropria, sono un’ignorante sul mondo delle illustrazioni). Alla fine ci siamo mossi sul bordo di queste due ipotesi, ritraendo una Bethel col volto volutamente non ben delineato perché rappresenta in realtà ognuno di noi.
Lo sfondo naturale era un’altra costante che volevamo inserire, perché nel libro si parla moltissimo della natura e del rapporto dell’uomo con essa.
Bethel fa un piccolissimo gesto, muove un dito nell'acqua, e questo crea un’increspatura nell’acqua dagli sfumati contorni di un triskell (un simbolo antichissimo della trinità legato alla cultura celtica e con affascinantissimi significati) e un misterioso gorgo che va in profondità.

-Cosa sta pensando?

Io penso l’immagine ritragga i momenti in cui ripieghiamo il nostro pensiero dentro di noi. Il soggetto è circonfuso da un’aura magica e dorata che sposta tutto ad un livello più profondo.
Cosa pensa Bethel? Penso sia curiosa di se e, come spesso accade, anche un po’ disorientata.
Forse si interroga anche se nella sua vita ha compiuto quello che era il suo destino (visto che nel romanzo si scoprirà che combina un bel po’ di guai inseguendo il proprio cuore).

-Cosa c’è “oltre l’abisso”?
Penso che ognuno abbia un Abisso personale. Conosco autori che con Abisso intendono il Logos, Dio, io invece immagino l’Abisso come la scintilla Divina che è dentro di noi e che ci rende tutti fratelli, ognuno con la propria e meravigliosa irripetibilità.
L’abisso nel romanzo è anche un luogo fisico, un altissimo strapiombo che si affaccia sull’acqua di un lago. Personalmente adoro il trekking e mi capita sovente di fare ferrate dove risalgo degli ‘abissi’ e mentre mi trovo aggrappata alla montagna sorrido al pensiero.

-Chi è invece Elisabetta Tagliati?
Io sono un’amante della vita e dell’arte. Mi sento una persona fortunata e sono sempre in cerca di esperienze e spunti nuovi. Per me i confini esistono per essere superati. Ho dedicato gran parte della mia vita alla musica, in particolare al canto (di tutti i generi –ci vorrebbe un’intervista a parte, ahahah! ), e penso che la bellezza sia terapeutica.  Pratico danza storica, yoga e scrivo, amo viaggiare, leggere e frequentare persone con mentalità aperta. Lavoro come programmatrice e sono laureata in Informatica e Canto Lirico, sto anche facendo un master in Vocologia Artistica. In aggiunta tengo seminari olistici di Cantoterapia insieme ad un compagno di viaggio speciale, Marcello Monti (che oltre ad essere insegnante di yoga è l’interprete del druido Vessagh nell’opera rock).

-Perché scrivi? Per il piacere di farlo, di essere letta o di vendere libri?
Ho iniziato a scrivere da giovanissima per gioco, e nonostante per tanti la scrittura sia qualcosa di personale, io ho avuto la fortuna di condividerla da subito con una delle mie migliori amiche, con cui tuttora ci scambiamo gli elaborati (all’epoca invece scrivevamo a quattro mani interi pomeriggi). Per me la scrittura è sempre stata uno specchio che mi permetteva di fare chiarezza in ciò che restava nebuloso delle mie esperienze, non avrei mai pensato di ardire a scrivere un libro. Ho trascritto l’esperienza onirica del 2018 proprio per poterci ragionare a mente fredda (come faccio con tutti i sogni che mi ricordo), poi più continuava, più venivano sollevate tematiche e atmosfere che sentivo non appartenessero solo a me. Ho sentito come il dovere morale di condividere questo libro con gli altri, ed è questa la fonte della mia grande determinazione in tal senso.

-Dalla tua biografia leggiamo che sei una cantante lirica. Cosa si prova a cantare e cosa provi nello scrivere?
Io penso che l’arte avvicini a Dio, o almeno alla scintilla Divina che abbiamo dentro di noi.
Il canto per me è qualcosa di davvero speciale ed unico, ritengo sia un linguaggio di confine tra corpo e anima. I numerosi anni di studio mi hanno donato tanta esperienza e versatilità, ma il canto lirico è un equilibrio molto delicato ed uno studio continuo perciò sono sempre infuocata dal desiderio di migliorare e dall'insoddisfazione non essere ancora arrivata a fare di meglio.
Però, quando una voce risuona, in particolare nella lirica, e riempie un intero ambiente… la tua anima sembra espandersi e inglobare il pubblico che partecipa e respira con te in un’unità di intenti e amore… è una grande responsabilità e un privilegio poter cantare per un pubblico (che ascolti).
Il canto… è un’avventura alla scoperta di sé, come la scrittura, la quale mi sembra sia una cascata che lava via i massi che disturbano lo scorrere dell’acqua, o un’aquila che, librandosi in alto, ti permette di cambiare prospettiva e vedere tutto in una nuova luce. Anche la scrittura (edita) è per me responsabilità e privilegio: ogni volta che un lettore spende il suo tempo su “Oltre l’Abisso” è per me come un atto di fiducia, egli apre il suo cuore alle mie parole e questo è un grande regalo.

-Rinunceresti al canto o alla scrittura?
Ho rinunciato all'idea di vivere della mia Arte, l’ho fatto per potermi garantire la libertà nel perseguirla. Rinunciarci però è qualcosa che, per come stanno le cose ora, mi sembra impensabile ed impossibile, perché non ho mai avuto occasione di scegliere. Non escludo, però, che possa dedicarmi ad altre forme d’arte o usare il canto e la scrittura con modalità diverse da quelle che ho conosciuto finora. Spero che l’arte mi dia sempre stimoli per mettermi in gioco e crescere, visto che la strada che mi attende è molto lunga… e se non la fosse sarebbe una grande noia.

-A cosa stai lavorando adesso?
Ora sto facendo l’audiolibro di “Oltre l’Abisso” con le basi musicali di Perry Magnani che riprendono i temi dell’opera rock e le voci degli interpreti dello show. Stiamo anche registrando l’album e lavorando ad una nuova messa in scena. A livello canoro sto perfezionandomi in vista di alcuni debutti che sono stati spostati al 2021, dove mi auguro di fare anche tanti reading musicali abissali!
Con la scrittura sto partecipando a vari concorsi ed antologie che mi permettano di sperimentare generi ed atmosfere diverse con racconti brevi. Ho anche un progetto più a lungo termine che si sta delineando come una vera scommessa: “Al di qua dell’Abisso” ovvero l’autobiografia della ragazza che riceveva dei sogni misteriosi… mi diverte notare quanto sembri più fantasy questo prodotto che “Oltre l’Abisso”. 

-Spazio aperto (dediche, pensieri, ciò che vuoi):

Innanzitutto ne approfitto per ringraziare tantissimo te e tutto il blog Giorni di Maggio per questa meravigliosa opportunità. Ringrazio anche tutto il Clan: la band e tutti coloro che lavorano dietro le quinte dello show dell’Abisso e che si spendono nell'aiutarmi a far conoscere il romanzo, ultimi ma non per importanza tutti i lettori.
Vi lascio con una citazione dalla nostra opera rock: “La vita e l’energia non hanno senso senza l’ignoto”.


 

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