Un gesto d'amore...

 


Il ticchettio della tastiera, ogni tanto una pausa per prendere un appunto a penna, lo sfogliare un libro alla ricerca di qualcosa. Sono suoni o immagini ricorrenti per chi scrive, più o meno capita a tutti gli scrittori, nel proprio angolo, nel proprio intimo, durante la stesura del proprio romanzo. 
La stessa cosa deve essere successa a Rocco Donato Alberti, appassionato di scrittura e appassionato della propria terra, la Lucania, e delle proprie radici. 
I dubbi, la soddisfazione, i timori, la scelta della pubblicazione. Rocco Donato queste ultime emozioni non le ha potute vivere in fondo. Rocco Donato Alberti non c’è più. 
Prima della pubblicazione del suo romanzo è morto. 
No, cari amici del blog, non è una storia triste, ma nel profondo della vicenda, vi stiamo raccontando una cosa bellissima. Il gesto d’amore di una sorella. 
Roberta ha preso in mano il sogno del fratello e lo ha consegnato a tutti noi. 
Dopo un anno dalla prematura scomparsa di Rocco Donato è nato “Il petrolio di Alarico”, un romanzo dai temi molto attuali, da leggere con passione e con amore, i sentimenti che ci trasmette Roberta in questa intervista: 

-Chi era Rocco Donato Alberti? Ti va di descrivercelo ? 
Un ragazzino sicuro di sé sin dalla tenera età. Dedito allo studio e all'ascolto dei racconti fatti dagli anziani e del nonno accanto al fuoco. Amante del calcio giocato con gli amici nei vicoli del nostro piccolo borgo. Fanciullo non potendo più giocare per l’insorgere di una malattia fisica si dedica allo studio e alla lettura, non tralasciando la grande passione per il calcio del quale approfondisce  le tecniche che trasmetterà ai ragazzi facendo l’allenatore per una squadre del paese per anni. Un carattere forte di poche parole ma concrete. Rocco Donato era un confidente di molti, capace di ascoltare gli altri con profondo rispetto, pazienza donando alla fine un consiglio sincero. Un uomo di cultura che metteva a suo agio tutti, affrontando con semplicità i più svariati temi e problematiche. Riusciva con il suo senso critico ed un discorso pacato ha stemprare gli animi, ha far avere una visiona più chiara di ogni situazione. Un volto rotondo paffutello come si descrive nel suo primo romanzo che non mancava mai di un sorriso.. di uno sguardo di contemplazione della natura, del bello… della vita.  Una persona timida, si lusingava anche per un semplice complimento, discreto, non amava vantarsi e non pretendeva mai nulla.


-Da quanto aveva questa passione per la scrittura? 
Da ragazzo negli anni del collegio scriveva poesie, poi la grande passione per il teatro, raccontare la vita dei giovani e le varie problematiche dei suoi anni attraverso la scrittura teatrale. Amante del proprio paese e delle tradizione ha scritto anche varie commedie in dialetto locale “il calvellese” non prima di aver affrontato un lungo studio preliminare. Credo si stato spinto dalla grande passione che aveva per la letteratura ma soprattutto il desiderio di lasciare il suo pensiero ai posteri. 

-Complimenti per l’omaggio che gli hai fatto. Hai realizzato un suo sogno, vero? 
Si! Rocco Donato pur avendo finito il manoscritto da tempo, rimandava sempre l’invio alla Casa Editrice, preoccupato di non poter seguire il romanzo alle varie presentazione per ragioni di salute.

-Come è nato questo romanzo? Te ne parlava? Hai vissuto la costruzione? 
L’opera è nata dalla realtà che circondava l’autore e il grande bisogno di evidenziare la degenerazione di un’umanità, di una collettività che ha perso il senso vero della vita. Ovviamente si! A step  mi faceva leggere i capitoli scritti, sottolineavo quello che non mi piaceva o qualche errore di scrittura, ricordo ancora il suono della tastiere quando scriveva velocemente assorto nei suoi pensieri. Mi chiedeva alcuni termini da trovare su Wikipedia.. se condividevo i temi che voleva affrontare e cosa ne pensassi. E’ stato bello collaborare.

-Cosa hai provato nel curare la pubblicazione postuma?
Un’immensa commozione iniziale, poi un’avventura entusiasmante.
Entrare nel testo per correggerlo, scegliere il titolo più originale tra i tre indicati dall'autore sul manoscritto originale, scegliere la copertina .. impostare l’indice, fare i dovuti ringraziamenti.. confrontarsi con l’editore e la curatrice delle correzioni per me è stata un’esperienza formativa, un impegno gravoso da un lato dall'altro un gesto d’amore per mio fratello. 
Il panico si è presentato quando ho deciso di inserire la dedica.. mi sembrava il minimo non ringraziarlo per l’esempio di vita che ci ha lasciato.

-I temi trattati (il cambiamento climatico, l’indipendenza degli stati, il problema delle donne gravide) da cosa traggono origine?
Da una coscienza critica che sa osservare con scrupolo ed attenzione la realtà è ne denuncia le criticità. Compito degli intellettuali analizzare gli eventi e riportarli su carta affinché l’umanità rileggendoli ne comprenda la gravità è cerchi di correre ai ripari. Dove se non all'estinzione ci può portare  l’emissione continua è smisurata di anidride carbonica dovuta principalmente all'utilizzo di combustibili fossili, idem per la mancanza di unità politica degli Stati che su alcuni temi cardini come l’ecologia, non  applica leggi comuni per tutti. Il finale sarà tragico la Natura con la “N” maiuscola si rivolterà contro l’umanità fino al punto di negargli la stessa sopravvivenza.

-Cos'è il “Petrolio di Alarico”? 
Un romanzo “Profetico”.Un ammonimento all'umanità, che sta perdendo la propria ragion d’essere in tutti i campi. Partendo dagli affetti personali, interpersonali fin ad arrivare alla politica che invece di essere a servizio della collettività veste panni opposti. Pone due grandi domande: la prima cos’è la Verità per ciascuno di noi, la seconda qual è il senso del Dolore in questo in questo mondo, il tutto tessuto in uno spazio temporale futuro per non appesantire il lettore, ma soprattutto per dargli il tempo di comprendere la gravità degli eventi. 

-Secondo te tuo fratello avrebbe proseguito a scrivere? 
Sicuramente … ho trovato nel suo pc tante piccole storie appena iniziate … ovviamente con calma le leggerò tutte chissà potrei raccoglierle e  pubblicarle.

-Magari hai intenzione tu di proseguire in questa attività?
Mi piacerebbe scrivere un monologo che racconti entrambe le vite la mia e la sua .. l’uomo, lo scrittore, il giornalista … il rapporto che io avevo con queste figure … ovviamente da portare in scena ..io amo il teatro costruirò una piccola performance .. l’attrice sarò io.

-Spazio aperto (scrivi pure ciò che vuoi):
Desidero confidarmi: il romanzo dopo tanto impegno è arrivato tra le mie mani alla fine di gennaio 2020, un’emozione indescrivibile tanti cartoni , 500 copie, un peso sulla schiena immane. Come far divulgare un opera partendo da un piccolo paese Calvello dell’entroterra lucano?, per un attimo mi sono sentita schiacciata e non all'altezza della situazione. All'improvviso un’idea, presentare il romanzo a un anno dalla morte, titolo “ricordiamolo leggendo il suo romanzo” presentazione dell’opera il 15.03.2019 nel suo paese natale .. sprizzavo di gioia nell'organizzare l’evento invitando amici e parenti … poi il 25 febbraio il Covid19, da quella data in poi sospese tutte le attività.  Mi si ripresentava l’abisso … Chiesi aiuto all'amministrazione locale, regalate il romanzo di Rocco alla comunità per ricordarlo oltretutto era il periodo che correva lo slogan “Io resto a casa”, appunto con un libro di un concittadino, ma la cultura ieri come oggi è un investimento che come diceva Don Abbondio “Non sa da fare”.. allora decisi che il 15 marzo comunque io avrei ricordato mio fratello. Nell'ora precisa della sua morte feci bandire per le vie del paese l’incipit del romanzo. Molte volte penso di non essere fortunata io ed anche il romanzo paga tale conseguenza.
Non avendo potuto fare molte presentazioni nei paesi, per via del Covid, ora  grazie al  Web e ad amici cerco di far conoscere l’opera. Purtroppo come diceva qualcuno “Non si è profeti in patria”.
Grazie infinite per la grande opportunità.


Grazie a te per ciò che fai.


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