Dark Graffiti a cura di Kenji Albani

Giovane, brillante, con la passione per la storia, la geopolitica e naturalmente per la scrittura. Sceneggiatore di fumetti e scrittore di strisce satiriche, Kenji Albani sta bruciando tutte le tappe e dopo aver scritto alcuni e-book è anche curatore dell’antologia “Dark Graffiti” che oggi andiamo a scoprire. 
Buona lettura.

-Una curiosità, come mai il nome Kenji? Origini  orientali? 
No. No è solo che a mio padre piaceva il Giappone e mi ha dato un nome giapponese.
- Come nasce la tua passione per la scrittura? 
Già da bambino avevo qualche velleità di scrivere storie e il “colpo di grazia” è stato dopo che lessi un Piccoli Brividi di R.L. Stine, “L’avventura del mostruoso Blob”, il cui protagonista è un ragazzo che ama scrivere.
- C’è stato un libro, un racconto, qualcosa che ti ha folgorato? 
Sì, decisamente sì. Nel 2011 il presidente del club di soft air in cui giocavo mi prestò
un’antologia di racconti di Alan D. Altieri, “Armageddon – Scorciatoie per l’Apocalisse”. L’ultimo racconto era un thriller futuristico, “Certificato Omega”. Mi piacque così tanto che da lì partì la mia passione per il thriller che poi si è evoluta nello spionaggio (ma già da qualche anno avevo alcuni interessi in quella direzione.
- Parlaci dell’antologia che hai curato “Dark Graffiti”:
Dark Graffiti è un antologia di racconti che variano dal giallo classico al thriller, dal noir all’hard boiled. Storie di strada, di periferia, di pulsioni morbose, in cui la parola rimane incisa come i graffiti a cui le storie si ispirano.
- Chi sono i tuoi colleghi? Sono tutti ragazzi molto più navigati di me, che pubblicano con tante case editrici blasonate. Sono: Andrea Carlo Cappi, Laura Scaramozzino, Scilla Bonfiglioli, Andrea Franco, Luca Di Gialleonardo, Barbara Bottalico, Darko Bay, Elisa Bertini, Antonio Tenisci.
- Senza nulla togliere a nessuno, tra questi racconti c’è un racconto che preferisci? Sono tutti molto belli, tant’è che mi sento sempre in soggezione perché gli altri autori sono più navigati di me, comunque quello che più mi è piaciuto editare è stato “Il caso della mortale commedia” di Elisa Bertini perché sono un fan di Dante Alighieri, invece quello che ho più apprezzato per come è stato scritto è stato “Il drago è scappato” di Luca Di Gialleonardo perché è stato in assoluto quello più preciso e ci sono voluti pochissimi interventi.
- A chi è rivolta questa raccolta? Solo a un pubblico giovanile? 
Più che un pubblico giovanile direi che per amare questa antologia bisogna amare tutte le sfaccettature del thriller e i generi a questo più vicini perché c’è il noir, l’hard
boiled, il giallo deduttivo, anche lo spionaggio…
- Tra i racconti c’è anche il tuo “Successe proprio così”, ti va di descriverlo?
 Per scrivere il racconto ho studiato il sottogenere hard boiled e ci ho messo un po’
di ironia, qualche personaggio stereotipato ma poi il finale è un po’ più sorprendente di quel che sembra all’inizio.
- Hai già pubblicato altri ebook. Come sono andati? 
Sì, ho pubblicato tre ebook. Mah, sono rimasto soddisfatto.
- Come vedi il futuro dell’editoria ? Dove siamo diretti secondo te?
Secondo me il mercato digitale resterà di nicchia, saranno invece le case editrici più
blasonate a fagocitare tutto… in poche parole “piove sul bagnato”.
- Qual è il tuo rapporto con la casa editrice Delos Digital? Pregi e difetti? 
Delos Digital l’ho conosciuta per gradi. Devo dire che pubblicano tantissimi ebook ma resta una realtà piccola (non nel senso di meschina, non è un insulto) ma proprio piccola. Alle volte capita di scrivere in redazione e non si ha risposta non perché non
vogliono rispondere ma perché ricevono tantissime e-mail. L’anno scorso, per  esempio, in autunno avevo inviato un mio racconto per una collana e mi hanno risposto dopo tre settimane dicendomi di inviarla, la prossima volta, direttamente al curatore della collana perché era un caso che avessero visto il mio messaggio.
- Oltre alla laurea, cosa hai in programma ? Mi piacerebbe iniziare il praticantato di giornalista. Adesso sto imparando alcune cose e in settembre stamperò il mio curriculum vitae per propormi a qualche giornale locale.
- Cosa farai “da grande”? 
Mi piacerebbe vivere di scrittura. Magari sì, fare il giornalista, ma perlopiù passare il tempo a scrivere racconti e romanzi. L’editor non amo farlo perché mi sembra troppo poco dinamico, ma se ho una proposta non faccio troppo lo schizzinoso soprattutto se mi porta tanti vantaggi.
- Spazio libero…chiudi tu: 
 Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato… per me scrivere è importante, ma più che altro mi piace inventare.
A presto Kenji… 
  

 

Commenti