Filippo Semplici: Consiglio su come costruire una sinossi


INCURIOSIRE L’EDITORE
Questo è quello che deve saper fare la nostra sinossi.
Se è vero che gli editori hanno le scrivanie sommerse di manoscritti da valutare (o PC intasati di file Word), dobbiamo ricordarci che là, in mezzo a quei centinaia, c’è anche il nostro.
Uguale a tanti.
Anonimo.
Dimenticato? Forse.
Come fare allora per lasciarlo emergere dalla massa? Per distinguerlo dagli altri?
Ecco che una buona sinossi, scritta bene e nel modo giusto, può venirci in aiuto.
Considerando che nel 99% dei casi sarà l’unico documento che l’editore sfoglierà, non potremo permetterci errori. Dovrà essere l’amo al quale far abboccare il nostro pesce più grosso e importante.

MA CHE COS’E’ UNA SINOSSI?
Detto in parole povere, non è che la calibrata miscela degli ingredienti più salienti del nostro libro.
E non solo.
Una buona sinossi deve saper descrivere il progetto del romanzo che stiamo presentando, e anche il modo in cui lo abbiamo strutturato. Tutte informazioni che, in mano all'editore, permetteranno di dare un’idea precisa di ciò che stiamo proponendo.
Una sinossi efficace non deve superare le due pagine, altrimenti c’è il rischio che il nostro pesce si scoraggi subito, e non legga neppure quella.
Quindi, andiamoci piano.
Poche cartelle, agili e ben scritte, che sappiano incuriosire e mettere in evidenza la sostanza di ciò che abbiamo scritto.
Se presentiamo una sinossi troppo lunga, potremmo apparire come dilettanti che non conoscono neppure le poche regole per presentare il proprio lavoro o, addirittura, il significato stesso di sinossi.
Da Wikipedia:
“La sinossi (anche sinopsi) è un compendio, o riassunto, di un’opera letteraria  che permette di avere sott’occhio le sue parti essenziali”.

COSA SERVE PER SCRIVERE UNA SINOSSI?
Sembra una stupidaggine, ma scrivere una buona sinossi significa iniziare a dimostrare il nostro talento.
Non mi riferisco tanto alla forma del testo, quanto alla capacità di riconoscerne le parti fondamentali, separandole da quelle più banali. Questo esercizio ci aiuterà a capire la forza del nostro scritto e il suo reale potenziale.
Farlo bene, significa mettersi a nudo, in un certo senso.
Se saremo in grado di ammettere che “Questo è importante, e questo no”, avremo tutto da guadagnare.
Ma torniamo a noi.
Per presentare una sinossi convincente, è necessario introdurre quello che io chiamo l’elemento afrodisiaco.
Sarebbe la magia in più che serve a contraddistinguere il nostro libro dagli altri, la scintilla che dovrà renderlo diverso e più appetibile agli occhi di un editore. Senza l’introduzione di questo elemento, difficilmente ci faremo notare.
Quindi, cerchiamo quel particolare che rende interessante la storia, che la esalta, troviamolo, e giochiamocelo bene.
E se non salta fuori nulla?
Be’, allora sarà il caso di chiederci se ciò che abbiamo scritto valga davvero la pena di essere letto.

ESEMPIO (COME NON FARE!) 
Prendiamo Cinquanta sfumature di grigio.
Tutti conosciamo il romanzo, almeno per sentito dire, sappiamo di cosa parla e quindi saremo più o meno concordi nell’affermare che una sinossi potrebbe essere questa:
“Anastasia Steele, studentessa seria e promettente, si innamora di Christian Grey, ricco imprenditore dalla personalità oscura e affascinante”.
Giusto?
In poche parole, abbiamo descritto la storia che realmente è narrata nel libro.
Ma detta così, vi sembra interessante? Non credo.
Eppure è quello che succede.
Se fossimo editori, ci appresteremmo a leggere il manoscritto di questa sconosciuta E. L. James, che francamente ci propone un’idea banale, trita e ritrita, o passeremmo al successivo?
Probabilmente l’ultima che ho detto.

ESEMPIO (COME FARE!)
Adesso proviamo ad aggiungere l’afrodisiaco:
“Anastasia Steele, studentessa seria e promettente, si innamora di Christian Grey, ricco imprenditore dalla personalità oscura e affasciante. Il loro legame diverrà torbido quando lei scoprirà che lui è dedito a pratiche sadomasochistiche, e che non esiterà a proporle un contratto di schiavitù”.
Non vi sembra un tantino diverso, stavolta?
Non ha acquisito quel qualcosa capace di far scattare la scintilla che prima mancava? Di accendere l’interesse?
Se fossimo editori, forse adesso avremmo voglia di dare almeno una sbirciata al manoscritto di questa promettete e sconosciuta autrice. Magari, alla fine, non ci convincerà lo stesso, ma almeno lo avremo letto.
Ed è qui che dobbiamo arrivare noi.
A “costringere” l’editore a leggere il nostro testo.

PERSONAGGI
Nella nostra sinossi non dovranno mancare riferimenti ai personaggi più importanti del libro.
Il protagonista e l’antagonista, innanzitutto.
A ruota, tutti quelli che rivestiranno un ruolo primario nella storia, ma senza eccedere. All'editore poco interesserà sapere se Pinco Pallino si porta dietro Pippo, Pluto, Paperino e tutta la Disney, come semplici comparse.
Non dimentichiamo infatti, che i personaggi sono coloro nei quali il lettore dovrà immedesimarsi, quindi è necessario presentarli in modo giusto e chiaro. Descriverli con poche, ma azzeccate parole.
Quel tanto che basta a tratteggiarli, e far capire con chi avremo a che fare.

TECNICA
Anche un riferimento alla tecnica adottata non potrà che suscitare apprezzamento nell'editore, che capirà di non avere a che fare con uno sprovveduto.
Quindi informiamolo se la storia è narrata in prima o in terza persona, per esempio, qual è il punto di vista che abbiamo scelto, se la narrazione procede a flashback o se prevede l’inserimento di articoli di giornale, disegni, schemi o fotografie.
Tutti i dettagli tecnici (e non) che potremo fornirgli, non faranno che “rassicurarlo” sulle nostre capacità, e incuriosirlo.

E IL FINALE? 
L’errore più grave e, purtroppo, più frequente degli autori alle prime armi, é lasciare il finale in sospeso.
Sbaglio fatale!
L’editore non è un semplice lettore!
E’ colui al quale consegniamo il nostro futuro artistico, colui che dovrà valutare ciò che scriviamo (e come lo facciamo), e farsi un’idea delle nostre potenzialità. Ma come potrà riuscirci se omettiamo il finale, pensando (e sbagliando) così di incuriosirlo? In realtà gli daremo la possibilità di valutarci solo a metà, senza entrare nello specifico, senza lasciargli capire come abbiamo strutturato davvero la storia fino alla fine.
L’unico effetto che otterremo, sarà quello di irritarlo e bruciarci la nostra unica possibilità.
Una sinossi non è una quarta di copertina, che invece può (e deve!) permettersi un finale evasivo o misterioso.
Quindi, mettiamocelo bene in testa: il finale va SEMPRE svelato.
Ripetiamolo ancora:
VA SEMPRE SVELATO!

TITOLO
Se poi vogliamo essere davvero pignoli, proponiamo alcuni titoli (al massimo tre) che potrebbero calzare a pennello al nostro libro.
Dato che in ogni pubblicazione che si rispetti, il titolo sarà sempre e comunque scelto dall’editore, cerchiamo di essere umili e dimostriamo di accettare di buon grado questa costrizione.
Dopotutto, se davvero arriveremo a una pubblicazione, il titolo sarà l’ultima cosa che ci preoccuperà, ve lo garantisco.
Probabilmente, per il nostro thriller mozzafiato con assassino mascherato, ci andrà bene anche Bubu the killer.
Quindi, limitiamoci a suggerirne giusto qualcuno, lasciando libero l’editore di scegliere quello che più riterrà opportuno, o inventarsene uno di sana pianta.
Tanto non potremo farci nulla.
                                                                           CONCLUSIONI
Riepiloghiamo i punti salienti.
Alla nostra sinossi non dovrà mancare:
L’afrodisiaco (ovvero l’elemento interessante).
La descrizione calibrata dei personaggi principali.
La tecnica usata.
Il finale.
Una breve proposta di titoli.
Se avremo lavorato bene, il nostro manoscritto non passerà inosservato.

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