Consigli o segreti per il Self? Decidete voi...

 


Mi sono sempre chiesto e credo anche tanti di noi, quali siano i segreti per “ sfondare” nel mondo dell’editoria. Siamo tutti pienamente consapevoli delle enormi difficoltà: districarsi tra Case editrici poco serie, complessità per auto pubblicare, costi per pubblicità, key profittevoli, royalty ridicole e chi più ne ha ne metta. Oggi, leggendo fino in fondo questa intervista, personalmente ho trovato tante risposte.

A fornircele è  Eugene Pitch, tra le altre cose, autore del thriller “La Genesi della Perfezione”, co-amministratore della pagina facebook SPI (self publishing Italia) e protagonista sul web attraverso il sito scrivofacile.com. Si potrà non essere d’accordo su alcune risposte-proposte del nostro amico ma ciò che emerge dalle sue parole è la forza della determinazione che sono certo lo porterà al successo che merita.

-Ciao Eugene, sull’home page del tuo sito leggo testualmente “Scrivi. Pubblica. Vivi delle tue parole”. Oggi, in Italia, è possibile vivere di scrittura?

Sì, tutto è possibile. Ma la verità è che non è alla portata di tutti. È un percorso assai lungo (Joanna Penn, una delle rockstar in ambito internazionale, ci ha messo 6 anni a diventare autrice full-time), e pieno di alti e bassi. Occorre una forte dose di determinazione e di autocritica.

-Quali strumenti deve utilizzare uno scrittore emergente per… emergere?

Ce ne sono tanti, ma se li riduciamo all'osso il minimo indispensabile è: un sito, una pagina Facebook e una mailing list. Tutto sta a crearsi dei processi automatizzati e ottimizzati per interagire con la nostra community e renderla partecipe del nostro percorso editoriale.

-Domanda provocatoria: considerando che la media di vendite di un emergente è di meno di 200 copie, non conviene scegliere una Casa Editrice (a pagamento) e auto-vendere il proprio lavoro?

Ma lo sai che con un libro in permafree (gratis per sempre) puoi pubblicizzare la tua serie per sempre a costo zero? Questo è solo un esempio, ma vedi anche tu che la flessibilità di cui godiamo noi autori (e le royalties più alte) te la scordi con le normali CE. Io posso in teoria scrivere un libro in 24 ore (come di recente ha dimostrato il mio amico Dale Roberts), autoeditarlo gratuitamente (lo sconsiglio ma in mancanza di budget meglio che niente) e lanciarlo sul mercato in meno di una settimana. Posso pubblicare anche un libro al mese. Posso scegliere quando voglio di realizzare la versione audiolibro o di cambiare la copertina senza chiedere permesso a nessuno o aspettare dei mesi. E sai perché? Perché il mio libro è e sarà sempre la mia priorità, non quello della CE. Per quanto possano volerti bene loro hanno anche altri progetti da mandare avanti. A ciò si lega il fatto che se alla fine il tuo libro si rivela un flop, stai pure tranquillo che non ci penseranno due volte a non rinnovarti il contratto per il secondo libro. Infine, la questione del marketing. Molti pensano che con un contratto in mano puoi goderti il riposo e concentrarti esclusivamente sulla scrittura: la verità è che ormai troppo spesso il grosso della promozione è comunque sulle spalle dello scrittore stesso, se non a livello economico, quantomeno a livello di tempo e impegno. Allora tanto vale tentare da soli. A diventare autori ibridi o tradizionali c'è sempre tempo.

-Altra domanda piccante: pubblicare con una CE però da il prestigio, nel self possono pubblicare tutti e di tutto.

 Vero ma fino a che punto? A parte i nomi famosi, per tutti gli altri libri che si vendono ad esempio su Amazon, secondo te la gente muore dalla curiosità di vedere proprio quale CE ha pubblicato? No. Il punto è che il pubblico non è stupido e sa quindi riconoscere se un prodotto è professionale oppure no. E qui casca l'asino perché molti autori self si fanno riconoscere grazie a copertine orripilanti, descrizioni noiose e libri pubblicati senza editing. Io sono orgoglioso di essere indipendente e non lo nascondo ai miei lettori. Anzi, li coinvolgo nel mio percorso e gli chiedo anche consiglio se necessario. Ma mi sforzo continuamente di dimostrare al primo impatto la qualità dei miei prodotti. Discorso a parte per i concorsi letterari che spesso evitano come la peste gli autori indie. Questo perché sono gestiti da persone che sono ancora ancorate a un passato tradizionale e non comprendono appieno la rivoluzione editoriale che si sta sviluppando sotto ai nostri occhi. Più contenuti (specialmente digitali), prezzi più bassi, e un pubblico al quale non importa chi ha pubblicato il libro (indie o CE): basta che sia di qualità.

-Domanda seria: come siamo messi? Le case editrice medio/piccole sono destinate a essere soppiantate da Amazon? Dove sta andando il mercato dell’editoria?

Amazon si sta muovendo in quella direzione. In pratica vende i libri a prezzi così competitivi che ci rimette. Il suo gioco è crearsi un portafoglio clienti che non acquisti solo libri, ma più prodotti possibili, a basso costo, nel lungo periodo. Quindi ad Amazon hanno una strategia di marketing che si basa sul life time value dei propri clienti, anche a costo di rimetterci nel breve periodo. Le case editrici invece hanno un approccio completamente diverso e puntano a rifarsi delle spese nel breve periodo perché sanno che il successo di un libro declina col passare del tempo. Solo i più forti sopravvivono quindi, cioè coloro che hanno i mezzi di marketing più potenti. Ci sono piccole e medie case editrici che non hanno nemmeno un graphic designer competente, figuriamoci un intero dipartimento marketing con un budget pieno di zeri. Invece noi autori indipendenti possiamo più facilmente cavalcare i continui cambiamenti del mercato editoriale, siamo flessibili, possiamo adattarci, imparare velocemente nuove nozioni e strategie utili, cambiare all'ultimo minuto i piani di lancio di un libro senza aspettare di passare attraverso una lunga serie di meeting noiosi. Dopotutto, come dice il noto futurologo Kevin Kelly, viviamo in un'epoca in cui il successo non arriva col mainstream, ma con le nicchie. Da qui i famosi 1000 grazie ai quali noi artisti possiamo vivere più che decentemente.

- Premesso che il lavoro deve essere di qualità, quali sono i sistemi di promozione che funzionano di più?

Mailing list su tutte (anche se la maggior parte degli autori italiani non lo hanno ancora capito purtroppo), poi, a seguire, Amazon Ads, Facebook Ads e content marketing (quest'ultimo specialmente in caso di autori non fiction).

-Hai qualche dato?

 All'estero il 91% degli autori indie di maggior successo sul Kindle Store ha una mailing list. Ora considera che sulla tua pagina Facebook i tuoi post ricevono una media del 5% di visibilità organica. A confronto, le email delle newsletter, se gestite correttamente, raggiungono tranquillamente tra il 40% e il 55% di aperture medie. Se è pur vero che coi bot su Facebook puoi raggiungere perfino l'80% dei tuoi fan, è anche un dato di fatto che ultimamente Facebook sta stringendo la cinghia su questi nuovi strumenti di marketing (un po' invasivi a dire il vero). Oltre a ciò, in questo caso si tratterebbe pur sempre di dipendere da una piattaforma esterna (Facebook) che può cambiare le regole del gioco in qualunque momento (come difatti succede regolarmente e succederà ancora di più considerando i guai giudiziari che sta attraversando in questi giorni). La mailing list è l'unico strumento del quale abbiamo il pieno controllo e che ci consente di avere un contatto diretto con i nostri lettori. Per quanto riguarda la pubblicità a pagamento, essa sta diventando sempre più indispensabile per ottenere visibilità (anche se per fortuna non siamo ai livelli degli States). In Italia la fanno da padrone i Facebook Ads ma dal 19 dicembre 2019 sono finalmente arrivati anche da noi gli Amazon Ads. Nel mio caso personale sono stati rivoluzionari poiché mi hanno permesso di quadruplicare le vendite dei miei libri. L'ideale è utilizzare in sinergia tutti questi strumenti dopo averli padroneggiati con cura uno ad uno senza disperarsi dai primi insuccessi. Testare, ottimizzare, massimizzare i risultati. Il self-publishing, dopotutto, è pur sempre un business.

-Cosa ne pensi di tutti i guru (con obbligo di piscina, o Lamborghini alle spalle) che vendono corsi per keyword profittevoli o cose del genere?

Come in ogni settore c'è chi gioca pulito e chi invece si approfitta delle debolezze altrui. Le tattiche del giorno e i trucchetti servono forse nel breve periodo. Almeno fino a che Amazon non cambia i propri algoritmi. In fondo pochi propongono idee o approcci veramente originali ed efficaci. Io stesso non ne sono stato ancora capace. Molti si limitano quindi a riciclare idee altrui spacciandole per proprie, a condividere screenshot fasulli di mirabolanti guadagni, a promuovere sottobanco pratiche scorrette come la compravendita di recensioni false (ciò che io chiamo black-publishing). La verità è che le cose più semplici spesso funzionano di più e comunque se non hai determinazione e autocritica non andrai molto lontano. Che poi io mi chiedo, ma tutti questi guru, se fanno così tanti soldi, hanno davvero così bisogno di essere generosi e condividere (a pagamento) i loro segretissimi segreti proprio con me? Io sono sempre stato trasparente con gli autori che ho aiutato. Ho avuto libri che hanno fatto flop, ho buttato via dei soldi per scelte sbagliate e non vivo ancora dei miei libri. La differenza sta nel fatto che, al contrario di molti altri, io studio (finora ho consumato una sessantina di libri sul self- publishing e il marketing, ho seguito una decina di corsi online e sono in contatto con svariati autori nostrani e internazionali), sperimento e mi metto in gioco. So esattamente come raggiungere il mio obiettivo di diventare autore full-time e pian pianino, ogni giorno mi impegno per riuscirci. In un certo senso io vivo già delle mie parole perché sto organizzando la mia vita attorno ad esse. Sono tre anni che non ho una pausa pranzo al lavoro perché la uso per studiare o per sviluppare il mio brand editoriale. Non mi compro vestiti nuovi o i gadget del momento, perché di solito ogni soldo che riesco a mettere da parte voglio che sia investito nel mio business. I libri che leggo non sono mai per puro intrattenimento: sono libri su business, self-publishing, marketing o scrittura o al massimo di autori affini al mio genere per imparare da loro. Ho provato Netflix per un paio di mesi, ma mi sentivo di perdere tempo. Se voglio fare il grande salto devo sbrigarmi finché ne ho ancora le energie. Per questo è importante capire quanto crediamo in noi stessi. Nessun altro lo farà per noi: questa scalata in montagna la compiremo spesso da soli con le nostre uniche forze.

-Quali sono stati i tuoi step professionali?

Ho autopubblicato, tramite PubMe, il mio primo libro "I Colori del Sangue" il 30 dicembre 2017 con una mailing list di poche persone e guadagnando appena una trentina di euro. Poi nel maggio del 2018 il primo salto: entro nel programma di KDP Select di Amazon per avere più controllo sui miei libri. Nell'ottobre del 2019 il secondo salto: fondo ScrivoFacile, una piattaforma per aiutare altri colleghi indie nella loro avventura letteraria e creo anche RadioScrivo, un podcast sull'argomento. Inoltre pubblico un paio di libri dedicati al mondo del self: Self-publishing del Futuro; dove espongo la mia visone del self-publishing in seguito all'avvento dell'intelligenza artificiale, e Self-publishing Marketing&; il primo libro in Italia dedicato esclusivamente al book marketing. Nel dicembre del 2019 il terzo salto: con gli Amazon Ads le mie vendite si quadruplicano e la cosa mi spinge a creare il primo corso sugli AMS italiani: Amazon Ads Facile. Nel settembre del 2020 finalmente mi decido a inaugurare una serie di servizi editoriali su ScrivoFacile con risultati, per ora, confortanti.

-Attualmente a cosa stai lavorando?

Dal lato autoriale sto finendo il mio decimo libro, pianificandone altri tre e preparandomi, con pazienza, a un lancio in rapid release sul mercato americano di tutta la mia Deception Series. Dal lato di ScrivoFacile mi sto preparando a lanciare Self-publishing University, una serie di corsi incentrati ognuno su un aspetto diverso dell'autopubblicazione: dalla scrittura, ai Facebook Ads, alle newsletter, eccetera. Ho anche un altro progetto editoriale per la testa, qualcosa di considerevole, ma al momento preferisco non parlarne ancora.

-Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato nel tuo percorso editoriale?

Prima fra tutte mia moglie, la quale inizialmente considerava la mia scrittura come una perdita di tempo. Fortuna che ora, vedendo ciò che ho ottenuto, sì è dovuta ricredere. E poi Amazon. E il Giappone. Ricevere qui i pagamenti di Amazon è stata un'odissea lunga ben più di due anni. A causa di incompatibilità di piattaforme, problemi tecnici bancari, residenza, cittadinanza e quant'altro, non ho potuto infatti incassare nemmeno un euro fino a pochi mesi fa quando, finalmente, sono riuscito a far quadrare il cerchio e sistemare il tutto. Avrei potuto rinunciare perché per tanto tempo sono stato completamente solo, a lottare e a credere in un sogno, spendendo soldi senza mai vederne neanche uno indietro. Ma ho deciso di dimostrare a me stesso che almeno qualcosa di buono nella vita sarei riuscito a farlo. Ora mi impegno a infondere la stessa determinazione e le stesse speranze anche agli altri miei colleghi autori.

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