Vivere senza TV, si può! :)

 

Oggi facciamo la conoscenza di Niccolò Cortini, giovane toscano, scrittore per passione e autore del romanzo “Il Messaggero dei Cinque", fiaba a sfondo ecologico-spirituale. Opera scritta in chiave fantasy che tratta alcuni importanti temi come la lotta al capitalismo sfrenato, la sostenibilità ambientale e l'importanza della solidarietà tra i popoli.

-Ciao Niccolò, delle tue note personali, francamente, quella che mi ha colpito di più è il fatto che tu non abbia la Tv. Scelta etica? O Cosa?

In parte sì, è una scelta etica: l’idea di fondo è quella di evitare le cose superflue. In parte, però, è anche una scelta necessitata: non ho la TV per igiene mentale.

-Come fai a vivere senza il “Grande Fratello” o Barbara D’Urso? (sorrido)

Non ho la TV, è vero, ma non è che viva fuori dal mondo! Attraverso internet ho accesso ai programmi che mi piacciono e possono ottenere le informazioni che cerco. Sono un assiduo frequentatore di Netflix e di Prime Video e ascolto ore e ore di podcast. I social network, poi, mi aiutano molto a stare “al passo coi tempi”.

-Avrai tanto tempo per leggere o scrivere…

In verità, sì, o meglio, avrei molto tempo per leggere e scrivere. In realtà, a parte il lavoro, le energie residue se ne vanno con la cura del blog che ho fondato con alcuni amici (https://www.storieacatinelle.com/). La pilazza dei libri da leggere cresce ogni giorno e mi guarda sempre più in maniera torva.

-Il “Messaggero dei cinque” è un racconto o una fiaba?

Il Messaggero dei Cinque è un romanzo fantasy, quindi si può qualificare come un racconto. Tuttavia, esso ha anche qualche inflessione fiabesca, a partire proprio dalla morale, che è forte e chiara come in ogni fiaba che si rispetti.

-Leggo testualmente “Il Destino è in mano agli Dei”, la Felicità è in mano agli uomini”. Come si raggiunge la felicità?

Eh, bella domanda! Io ho un’idea molto leopardiana da questo punto di vista: la felicità assoluta è irraggiungibile. Ciò a cui dobbiamo puntare, a mio avviso, è la serenità, che deriva dalla giusta combinazione di impegno, fortuna e talento.

-Non pensi che un po’ del nostro destino sia condizionato dal nostro comportamento?

La frase “Il Destino è in mano agli Dei” è funzionale alla narrazione e coerente con un mondo in cui intervengono divinità e forze sovrannaturali. Io non penso che tutto sia “già scritto”, ma non penso neanche che il libero arbitrio abbia una parte così determinante nelle vicende della vita. Secondo me, gran parte delle nostre scelte sono dettate dalle convenzioni sociali e/o imposte dal sistema economico: noi, spesso, ci illudiamo di scegliere, ma in realtà non scegliamo affatto. È questo che differenzia forse in modo più marcato il nostro mondo da quello che è protagonista del mio libro.

-Saviel, il protagonista del tuo romanzo, chi è?

Saviel è il classico protagonista di un romanzo di formazione: lo conosciamo poco più che bambino e, attraverso gli eventi e le sue scelte, cresce, fino a diventare un uomo di cui andare fieri. Saviel è un po’ colui che io vorrei essere: sempre fedele ai suoi principi e fermo nel suo percorso di maturazione.

-Sei giovanissimo. Sei ottimista sul futuro del nostro pianeta?

Per niente! Siamo di fronte a un’estinzione di massa (l’unica causata al 100% dalle scelte umane) e ci perdiamo di fronte a problemi senza senso (taglio dei parlamentari, rilancio della crescita – che ossessione!). Non riesco a comprende come si fa a non percepire l’urgenza di fare qualcosa al riguardo. Le persone dovrebbero scendere per strada e urlare in preda al panico, ma, invece, impegnano il loro tempo a insultare la dignità di una persona come Greta Tumberg, che combatte la sua battaglia in modo totalmente disinteressato. Ho recentemente letto “Possiamo salvare il mondo prima di cena” di J. S. Foer, che mi ha fatto trascorrere più di una notte in bianco (ho scritto anche un articolo sul punto: https://www.storieacatinelle.com/2020/07/10/quando-un-libro-provoca-sensi- di-colpa/). Secondo l’autore, la gente non è preoccupata perché quella dei cambiamenti climatici, oltre a non essere una storia facile da raccontare perché eterogenea e complicata, non è neanche buona storia, ossia non cattura l’attenzione del pubblico attraverso eventi catastrofici immediatamente riferibili. Insomma, no, non sono per niente ottimista sul futuro del pianeta. Questo è, infatti, uno dei temi principali de “Il Messaggero dei Cinque”, che ha una forte morale a favore della natura.

-A cosa stai lavorando adesso?

In questo momento sto lavorando molto (e parlo del mio lavoro “vero”) e sto curando il mio blog, che sta crescendo in fretta. Appena posso, cerco di farmi guidare dalla fantasia, incanalandola all'interno, per lo più, di racconti (di recente, il mio racconto “Panico” è stato pubblicato nell'antologia “L’alcova letteraria” ad esempio). C’è poi l’idea di scrivere il seguito de “Il Messaggero dei Cinque”, che stavolta dovrebbe essere ambientato nel “nostro” mondo.

-Cosa farai “da grande”?

Guarda che non sono così giovane… ormai vado per i 30! In ogni caso, da grande spero di ricevere il dono della serenità, accompagnata dal giusto combinato di tranquillità e di sfide. Parlo soprattutto di sfide creative. Prima o poi scriverò un bestseller, che mi permetterà di vivere di scrittura (ride).

-Spazio aperto per te:

Sarò sembrato sicuramente noioso, rispondendo alle tue domande, quindi mi rivolgerei ai lettori. Gentili lettori, il mio libro non è noioso come me: si legge facilmente e ha un ritmo sostenuto. Se vi capiterà di leggerlo, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!


Commenti

  1. Un giorno ti leggerò, colpisce l'intelligenza del titolo e - anche dovessi non convincermi del tutto - questa copertina nella mia spartana biblioteca farà sempre "la sua porca figura". Al momento non posso, ho una pilazza di slide, che - sarà il panico - mi toglie persino il tempo di respirare. Ah, dimenticavo... sono un lettore che assimila molto...

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