Tina Mucci: Forza Benevento !




Con qualche giorno di ritardo rispetto al calendario astronomico, inauguriamo anche noi la nuova stagione. La nostra scelta? “Rosso Autunno”.
L’ultimo romanzo di Tina Mucci, scrittrice per passione, nata con le parole in testa e profondamente innamorata delle proprie origini e della propria città: Benevento. 

-Ciao Tina, come si vive a Benevento?
Ciao. Mi chiedi come si vive a Benevento. Io sono campanilista. Amo la mia città, trovo che sia molto bella, ma devo essere anche obiettiva. E’ una grosso paese, in realtà, non offre molto, i giovani vanno via per lavoro e qui stanno restando solo gli anziani. E’ triste, ma è vero. Amministrazioni politiche che hanno pensato sempre e solo al tornaconto personale e lo scarso interesse della regione Campania nei confronti di quella che è stata sempre vista come la “cugina povera” hanno fatto in modo che la città non si sviluppasse secondo le sue potenzialità. Un peccato, perché abbiamo monumenti unici e potremmo incrementare il turismo...Speriamo che il fatto che la squadra sia salita in serie A ci aiuti un po'.

-Cosa è rimasto in voi della fierezza dei Sanniti?
Come è successo nell'episodio delle Forche Caudine, i sanniti diventano gladiatori quando serve. Sono, anzi, siamo un popolo brontolone, dedito al pettegolezzo, anzi, allo nciucio, sempre pronti a criticare. Però, nei momenti di difficoltà, ci rimbocchiamo le maniche e ci tiriamo su da soli, anche perché sappiamo che non ci aiuterà nessuno. E’ successo dopo l’alluvione del 15 ottobre 2015, che ha messo in ginocchio una città intera, abbiamo scavato il fango e i detriti e abbiamo ricominciato. E’ successo ora, dopo la chiusura delle attività commerciali a causa del Covid, quando sulle vetrine dei negozi è apparso un cartello con l’hashtag Beneventorialzati.

 

-Nella tua biografia fai riferimento ad un racconto scritto da bambina. Che fine ha fatto? L’hai mai più ripreso, rivisto, magari pubblicato? 
Io ho scritto il mio primo romanzo a otto anni, Un giardino per Daniel. Non l’ho più ripreso perché praticamente fino ai trenta anni ho scritto romanzi senza soluzione di continuità . Ovviamente lo conservo, nella versione originale, unica, perché all’epoca scrivevo a mano e facevo una sola stesura. Ora scrivo ancora a mano, però poi il testo viene sottoposto a numerose revisioni e trascritto al computer. Sono affezionata a tutti i miei personaggi, a tutte le mie storie, ma spero di averne sempre nuovi da raccontare.

 -“Rosso Autunno” come nasce? Spero non sia autobiografico…
Rosso Autunno nasce come nascono tutti i miei romanzi, mi viene in mente una frase, un personaggio, una situazione, la fermo su carta e poi si delinea tutta la storia. Non è autobiografico, per fortuna, perché parla di una storia abbastanza drammatica.

 -Quanti oggi fanno la scelta di Goffredo e quanti oggi dimostrano il coraggio di Veronica? 
Goffredo, il marito della protagonista Veronica, viene trovato morto suicida, apparentemente per problematiche legate alla sua azienda. Non posso svelare il mistero, perché le cose non stanno come sembrano. Purtroppo, oggi molte persone, travolte da crisi economiche, si tolgono la vita, nella disperazione, convinte di non venire fuori dai problemi. E’ un disagio sociale, che non si dovrebbe sottovalutare, forse chi arriva a fare questo si sente solo, abbandonato dalle istituzioni e lancia un grido di aiuto estremo. Veronica, nel libro, riprende in mano la sua vita e cerca la verità. Il coraggio delle donne non è certo una novità. Se è stato affidato proprio alle donne il compito di perpetuare la specie ci sarà un motivo.

 -Cosa piace di più del tuo libro?

Dai commenti e dalle recensioni ricevute, piace la storia, l’intreccio delle vicende dei vari personaggi, lo stile di scrittura. Io spero sempre di raccontare storie non dico comuni, ma vere, confesso che ho una predilezione per il lieto fine ma non è scontato. Il finale deve essere attinente alla storia. Qualcuno che lo ha letto mi ha detto di essersi commosso e questo è molto bello, arrivare al cuore del lettore è importante, per chi scrive, vuol dire che sei riuscita a trasmettere qualcosa. Ci sono libri molto belli, molto ben scritti, ma poco empatici. Un romanzo deve emozionare, secondo me, per imparare qualcosa c’è il vocabolario o le enciclopedie. (piccola parentesi polemica).

 -Come vanno gli affari (vendite del libro)?

Sinceramente, non ho chiesto i dati delle vendite, non ancora, sono una scrittrice esordiente e anche se avessi scritto un capolavoro avrei bisogno di tempo per farlo conoscere.

 -Come ti promuovi? Hai fatto presentazioni? La Casa editrice ti sostiene?
La mia casa editrice è molto seria e professionale, mi segue e mi supporta, mi dà ottimi consigli, Le promozioni sono concordate insieme, ma il libro è uscito a marzo, in pieno lockdown. Non il massimo. Ho fatto, sto facendo e farò pubblicità on line. Ora che forse si può, sto cercando luoghi adatti per fare una presentazione, ma non è facile, di questi tempi, con il covid ancora in giro, l’obbligo di mascherina e gli ingressi contingentati è estremamente complicato. Ma io non mollo. Poi, per i libri funziona molto il passaparola. Sono utili anche le recensioni.

 -A cosa stai lavorando adesso?
Ho appena finito di scrivere il mio nuovo romanzo e sono in fase di revisione. Come sempre, quando saluti i tuoi personaggi, c’è un po' di tristezza. Ho poi ripreso un mio vecchio romanzo auto pubblicato qualche anno fa, lo sto rivedendo, in attesa di nuove storie.

 -Spazio aperto (scrivi ciò che vuoi):

Io vengo da una realtà piccola, dove si fa fatica ad andare avanti quotidianamente, se non sei delle famiglie fortunate, o se non hai le conoscenze giuste. Ancora più difficile è realizzare un sogno, perché spesso sei ostacolato dai tuoi stessi cittadini . Però, non bisogna arrendersi, mai. Io sono solo all’inizio del mio sogno, la pubblicazione è un passo importante, per ogni scrittore, ma è solo il primo passo. Ci ho messo un po' di tempo, per una serie di fattori, ma continuo a lottare. Del resto, Camilleri è diventato famoso in tarda età. Non rinunciate ai sogni, perché potrebbero avverarsi.
A proposito di sogni che si avverano, io sono una grossa tifosa della squadra della mia città, quindi...Forza Benevento!

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