E Piove ancora di Francesco Montalto


E Piove Ancora è la seconda raccolta di Poesie di Francesco Montalto. È il naturale seguito di
Stabili Equilibri Precari, uscito nel 2011. Ad una manciata di anni da quella raccolta E Piove
Ancora continua a percorrere la strada dell’inquietudine e dell’incertezza che anima la quotidianità
di persone normali che vivono volenti o nolenti la vita.
Il filo conduttore tra Stabili Equilibri Precari ed E Piove Ancora è l’amore, la morte, il dolore e la
speranza, non per forza in quest’ordine, piuttosto in un continuo rimescolamento cadenzato da un
linguaggio che tenta di arrivare dritto al cuore e al punto, senza artifizi di sorta o esercizi stilistici,
scegliendo ancora una volta la forma poesia, che pur accantonata in un angolo polveroso della
letteratura odierna, rimane ancora immediato strumento di straordinaria comunicazione, così come
la canzone.

-Come nasce l’ispirazione di scrivere poesie? 
L'ispirazione nasce dal fatto che sono un grande osservatore di tutto quello che mi circonda. Dalle persone che incontro, dalle situazioni che mi capitano, dagli amori vissuti direttamente o indirettamente, dalle bizzarrie che per caso noto mentre sono seduto a prendere un caffè, o mi trovo in un posto e vorrei essere da tutt'altra parte. Situazioni normali, di vita quotidiana. La poesia è un ottimo mezzo per racchiudere in pochi versi un'emozione, uno stato d'animo. Purtroppo è poco considerata come forma di comunicazione.

-Hai un luogo fisico dove trovi l’ispirazione?
No, non ho un luogo specifico. Sono le situazioni, i momenti particolari che magari sto vivendo a farmi venire l’ispirazione. Poi di  solito mi viene di getto scrivere, quindi mi può capitare di essere in attesa dal dentista, piuttosto che aspettando il bus, o mentre sono in aereo; o anche sul divano di casa o mentre sto per addormentarmi dopo una serata noiosa

-Cosa vuoi trasmettere con questa silloge? 
In realtà non voglio trasmettere nulla di specifico, nel senso che non ho mai pensato in quest'ottica. Non ho la presunzione di dare a qualcuno nessun tipo di messaggio. Ognuno leggendo potrà farsi un'idea, dare un’interpretazione più vicina al proprio vissuto, magari ritrovarsi in qualche verso. Questo già mi farebbe molto piacere.

-Come si “brinda con un bicchiere vuoto”?
Col bicchiere vuoto si brinda quando già ti sei scolato una bottiglia intera e non distingui il reale dall'immaginario. Più seriamente è un discorso di prospettive, di relatività, di come ognuno di noi guarda alla vita, alle relazioni, alle cose in generale.
-Chi sono oggi le “anime dannate”?
Le anime dannate per me sono quelle che non trovano una collocazione in questa società sempre più uniformata, che ti chiede implicitamente di fare, di dire, di vestirti, di comportarti in un certo modo, di farti la foto con la mascherina indosso, altrimenti sei fuori e sei visto come uno sfigato. Molti la prendono con filosofia, molti si dannano appunto perché trovare propri "simili", che la pensano davvero come te, è molto difficile soprattutto alla lunga distanza.

-Quale poesia ti piace di più? 
Delle mie poesie faccio fatica a sceglierne una in assoluto. Direi però che L'ultima Birra è una di quelle poesie scritte tutte d'un fiato e che sono venute perfette (per me chiaramente). Un saluto ad una persona  che non c'è più, alla quale avrei voluto dire delle cose che non sono riuscito a dirgli.

-Quale ti appartiene/rispecchia?
Mi rispecchiano e appartengono un po' tutte. Certo c'è anche molto di caricaturale in quello che scrivo però tutti i versi sono frutto del mio modo di vedere le cose, le persone, gli affetti e quindi senz'altro c'è un po' di me in tutte le poesie.

-Chi vive oggi in una bolla? 
La bolla è un modo per dare l'idea di qualcuno che appunto non si ritrova in una dimensione sempre più omologata. Come dicevo sopra. La bolla nella mia mente rappresenta l'idea di chi "ostinato" cerca di stare fuori da tutto quello che non gli piace, cercando di essere se stesso in maniera quasi brutale, pagando anche a caro prezzo questa scelta. Non è facile andare contro l'uniformità quindi c'è anche un po' questo senso di sospensione, alienazione, a tratti oblio e solitudine.  

Caro Francesco, a te la conclusione: 
Vorrei legare poesie ed immagini, fare qualcosa di questo genere. Ci penso da un po'. Poi c'è l'idea di una terza silloge che dovrebbe racchiudere gli ultimi 4 anni vissuti. E mi accingo a riscrivere una storia realmente accaduta (non mia) da, probabilmente, mettere in scena (non da me) in un futuro prossimo.  Ringrazierei  Ninni Noce, che inconsapevolmente mi ha ispirato e avvicinato alla poesia. Non l’ho mai più di tanto elogiato di persona ma sempre parlando con  altri. Lui sapeva scrivere molto bene e aveva un animo romantico e sensibile, difficile da trovare in giro oggi.

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