Monica Lanzara: il sogno di trasmettere emozioni



Monica vive e lavora nella provincia parmigiana con un marito, due figlie, un cane e un gatto. Fin qui nulla di strano, ma il fatto che si definisca una "vecchia quarantenne" ci fa saltare dalla sedia ( a noi che i quaranta li abbiamo superati da un pezzo). Sorridiamo e iniziamo la nostra chiacchierata con l'autrice di "Bosco Sacro - La febbre di Jimmy". 

-Monica, vecchia a quarant'anni? No dai...
Beh, un po’ di autoironia non guasta mai… J Si è vecchi quando non si ha più voglia di fare niente e niente ci dà più piacere. " 

-Come si concilia il lavoro, quello di mamma e moglie, con la scrittura? Di quante ore è fatta la tua giornata?

-   Con molta fatica!!! Gli impegni di tutti sono spesso sulle mie spalle (o anche la divisione delle cose da fare) e  un po’ di memoria corta e la scarsa concentrazione non mi aiutano per niente. Se poi nel mio momento di ‘ispirazione’ succede che qualcuno ha bisogno di me, è la fine… Ma ora hanno imparato che ‘il mio momento’ è sacro e cercano di starmi alla larga. Sempre se il cane non vuole entrare nella stanza con me e allora abbaia fuori dalla porta per farsi aprire (lei è l’unica che può stare con me, infatti la faccio sempre entrare).

Domanda classica: Perché hai scritto il tuo libro? 

Bella domanda. Io ho iniziato a scrivere sulle piattaforme di scrittura online (principalmente Wattpad e EFP), ho ‘all’attivo’ circa 80 opere e quasi tutte sono oneshot (storie autoconclusive di un capitolo) perché le adoro e adoro partecipare ai concorsi dove ti danno una traccia e tu ci costruisci una storia. Bosco sacro è nato così: una traccia un po’ definita e un po’ libera, che mi ha permesso di costruire questa storia del bosco e di Jimmy e farne quello che è venuto fuori.

-Cosa hai provato nel vedere la tua opera finita?

Prima ho pubblicato in ebook, ma devo dire che quando ho deciso di fare il ‘grande passo’ e di registrare anche il cartaceo è stato emozionante (anche se ho dovuto imparare a usare Gymp e ci ho messo tre giorni a fare un copia e incolla decente…) piano piano cresceva tutto e quando finalmente ho ricevuto la copia autore a casa, mi tremavano le mani mentre aprivo il pacco. Tenere quel piccolo libro fra le mani è stato fantastico, qualcosa di mio, che avevo creato io, di cui avevo deciso i colori, il titolo… Mi sembra di aver passato i primi dieci minuti ad accarezzare la copertina (che secondo me è bellissima!!!) dicendo: “Non ci posso credere…”

-Quel è stata la più grande difficoltà nello scrivere? 

Era la mia prima opera ‘importante’ quindi l’ho fatta leggere per avere dei pareri sulla trama, è stata corretta e poi ho fatto fare l’editing. È un racconto breve, circa 12.000 parole, ma ho sudato e l’ho odiato in fase di correzione. Sognavo Jimmy e il bosco di notte, non ne potevo più: ogni frase viene analizzata e pesata: andrà bene? È di troppo? Dice abbastanza? Ripete qualcosa di cui non c’è bisogno? Per non parlare di quando trovavano refusi o errori stupidi (ma sono stata posseduta che ho scritto una baggianaggine simile?  ) mi sentivo così male… Ma è come il parto: te lo ricordi subito, poi piano piano passa e il ricordo svanisce lasciandoti solo le belle emozioni <3.

-Quanto tempo è passato dall'idea alla pubblicazione? 

Se devo essere sincera, un po’ me ne vergogno effettivamente, ho voluto pubblicare ‘perché lo fanno tutti e non capisco proprio perché io non possa farlo’… Ho dei grossi problemi con le decisioni, tendo a pensare tantissimo prima di fare una cosa (e anche molto di più dopo averla fatta!!!), ma non so bene misurare il tempo. Ho scritto la storia in agosto dell’anno scorso, il concorso ha chiuso in ottobre e intanto tutti quelli che leggevano la storia online mi riempivano di complimenti. Quindi l’idea frullava da un po’, poi fra dicembre e gennaio mi sono decisa e ho cercato dei beta lettori, chi potesse correggere e chi facesse l’editing. In aprile ho pubblicato. Giuro che per me è stato veloce.

-Se dovessi definire il tuo libro con un aggettivo? 

Ti direi che vorrei che fosse sorprendente (perché dovrebbe proprio portare un po’ di sorpresa alla fine).

-Quanto di identifichi in Jimmy?

Jimmy mi è stato ‘imposto’ ma, successivamente al concorso, ha preso un po’ più le mie sembianze: sono stata una ragazzina noiosa e poco coraggiosa che preferiva isolarsi a leggere un libro e vivere mille avventure di altri che partire e viverne di mie insieme agli amici. Anche il fatto che sia un fratello minore e che spesso gli sembri di essere incompreso, vengono dal mio bagaglio personale. Però mi piace pensare anche di essere coraggiosa come Jimmy quando ce n’è bisogno, di fare scelte giuste come ha fatto lui, praticamente senza accorgercene o pensarci troppo su. 

-Sei soddisfatto dell’opera?

Sì. Anche se ho ancora il terrore che qualcuno mi dica che è banale o scontato o con uno stile troppo semplice. Io so di aver fatto del mio meglio e la storia di Jimmy doveva proprio essere così.

-Se tornassi indietro di qualche giorno/mese, quale errore non faresti?

Di non credere in me abbastanza. Ma è una cosa su cui sto lavorando tuttora. Per quanto riguarda la storia, non lo so, mi sembra di aver fatto tutto per bene. 

-Cosa pensi del self publishing e delle Case editrici. La tua esperienza:

Ho pochissima esperienza. Sono pigra, quindi non ho mandato la storia alle case editrici per valutare la pubblicazione (e anche perché così non sarei mai rimasta ad aspettare una risposta che magari non sarebbe mai arrivata…) Ho mandato la storia solo a una CE non a pagamento, perché una talent scout aveva visto il mio post su facebook, ma quando mi è arrivata la risposta ciò che mi ha fatto rifiutare la pubblicazione. Due i motivi: volevano vendere la storia a un prezzo troppo alto per me e che loro avrebbero coperto i costi solo dopo aver venduto almeno 200 copie. Con Amazon ho scelto tutto io e fatto quando potevo. Mi è sembrata libertà. No?

-Come promuovi il tuo libro? 

Hai una domanda di riserva? Purtroppo (chissà se si è capito dall'intervista… ah ah) non sono brava a vendermi. Approfitto di social e blog su internet, chiedo recensioni e segnalazioni e metto post con il link e la presentazione praticamente su tutti i gruppi che conosco.

-Vuoi dare qualche consiglio a chi è alle prime armi? 

Io sono alle prime armi!  Anch'io voglio dei buoni consigli. No, ok, vediamo… Posso dire che scrivere a me piace tantissimo, quindi immagino che sia così anche per gli altri, quindi... Non lasciate mai che qualcosa, o qualcuno, possa togliervi il piacere di scrivere e raccontare storie. Che sia una persona che vi dice che non sapete scrivere (e ne incontrerete!) o un numero basso nelle vendite e nei guadagni. Nessun numero e nessuna persona potrà mai dare, o essere, un ‘voto’ alla vostra passione.

-Scriverai ancora? Hai già un’idea?

Io scrivo sempre! Se invece pubblicherò ancora… non lo so. Ma mi piacerebbe. Per ora aspetto, di storie in mente ne ho tante e non tutte potranno mai diventare un altro libro. Ma non demordo: se ci sarà qualche personaggio che mi farà capire di voler fare il passo di essere stampato su carta, magari lo ascolterò. 

-Come concludiamo questa nostra intervista? 

Vorrei dire a chiunque sogni di raccontare storie, di lasciare messaggi, di narrare qualcosa… di farlo. Che sia a voce, che sia su pc o su carta, che sia per il mondo o per pochi eletti, che sia solo online o su carta stampata… fatelo. Non tenete per voi la vostra passione: arricchirete sicuramente qualcuno e qualcuno potrebbe arricchire voi quando vi leggerà.


Da condivide in pieno, vero? 

Grazie mille!!! 








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