Sulle rive dell'Oder...John Distefano


John Distefano: un’artista a tutto tondo. Un ragazzo che ne ha fatta di strada, in tutti i sensi. Nato a Agrigento, laureato a Palermo,  attualmente insegna nella sua Breslavia, sulle rive dell’Oder in Polonia.  

-John, musica, poesia, arte. Presentati pure: 
Mi sono sempre interessato di arte, in particolar modo ho “militato” nell’underground musicale italiano per diversi anni in vari gruppi ed in particolare nei Good Morning Finch con i quali ho pubblicato tre dischi. Iniziammo come gruppo strumentale ma poi abbiamo cominciato a buttare giù dei testi, e da li che è nato l’interesse per scrivere versi. Oltre questo mi occupo di pittura astratta, ed ogni tanto faccio qualche mostra.

-Dove si vive meglio? A Palermo o in Polonia? 
Non saprei, sono due poli totalmente opposti oserei dire. Ho vissuto diversi anni a Palermo anche se non sono di lì, certamente come tutta la Sicilia ha una forte componente evocativa, che serve da carburante per la creatività. È un’isola esoterica!
Se pensiamo alle descrizioni che hanno dato fra i tanti Tomasi di Lampedusa o Manlio Sgalambro, potremmo parlarne per ore.

-Come nasce l’ispirazione di scrivere poesie? 
Generalmente la notte, o comunque durante un periodo intenso. Come disse una volta Murakami nella sua autobiografia: “un ruscello prese a scorrere da una parete rocciosa”. Resta comunque il fatto che è un evento totalmente imprevedibile e fuori controllo.

-Hai un luogo fisico dove trovi l’ispirazione?
No, solo momenti. Anche se provo sempre a buttare giù qualcosa che siano dei versi, un riff di chitarra o basso o uno sketch per un dipinto, dopo penso a valutare se conservarlo o eliminarlo. 

-Cosa vuoi trasmettere con questa silloge “Febbraio”?
 
Può sembrare scontato ma credo che il mio modo di scrivere possa essere interpretato personalmente dal lettore, per quanto mi riguarda per me è stato un esorcismo, come lo sono le altre forme d’arte che ho citato prima. 
Consideriamolo un peso emotivo da togliermi insomma, alle mie mostre di pittura astratta per esempio tendo a non presentarmi, perché una volta lanciato il messaggio ciò che è stato creato inizia a vivere di vita propria e non è più solo mio, e non mi piace dare spiegazioni, a volte non ci sono nemmeno o non posso comprenderle.
Dirò la verità, poi mi presento sempre, ma ho la forte tentazione a non presentarmi mai. 
Quando ho ricevuto la mia copia personale della silloge, l’ho a malapena guardata.

-Perché la scelta di dividere tra poesie diurne e notturne? 
In realtà è un concetto che è nato parlando delle poesie con il mio amico e compagno di musica Lillo Morreale (che ha curato la prefazione). È stato lui a vederne la differenza, bisognerebbe chiederlo a lui!
Dal mio punto di vista è sempre stata un’ambientazione piuttosto oscura. 

-Quale ti appartiene/rispecchia?
Posso facilmente dire che sono tutte autobiografiche o perlomeno descrivono sogni, incubi o paesaggi che ho visto. È una silloge che parla del mio stato d’animo (durante i momenti di catarsi ed ispirazione ovviamente)

-Prossimi progetti?
Spero di trovare un accordo con il mio editore per rilasciare una traduzione in inglese o polacco della silloge, con sorpresa molte persone me lo hanno chiesto, valuterò se ne vale la pena. Oltre a questo ho ripreso da poco a scrivere nuovi versi, e spero finiscano in futuro in una nuova raccolta, anche nuove canzoni, per adesso in stato embrionale. Sono però molto più concentrato sull’attività della pittura astratta in queste ultime settimane.
-Ti manca l’Italia? 
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.
(cit.Cesare Pavese)

-A chi dedichi questo lavoro? 
Al mio amico Lillo Morreale per il supporto infinito, così come il mio editore nino Bozzi della CTL Livorno.
 Poi, il mare.

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