O.D.E. Edizioni. Intervista doppia



Orizzonte degli eventi. Un nome molto potente, se vogliamo impegnativo, ma certamente dal DNA profondo, dalla prospettiva favorevole. 
Parliamo della Case editrice fondata da Barbara Parodi e Anna Russo, un punto di riferimento serio in uno scenario dai colori troppo variopinti, com'è diventato il mondo dell’editoria italiano, e non solo. 
Bando alle chiacchiere, diamo tutto lo spazio che meritano queste due donne così coraggiose. 
 
-Chi siete? Cosa fate? Vi prego non rispondete stile "non ci resta che piangere" … 

Barbara: Lo ammetto: avevo “un fiorino" pronto sulla punta della lingua. Scherzi a parte, sono Barbara, 37 anni, cofondatrice della O.D.E. Orizzonte Degli Eventi Edizioni assieme ad Anna Russo. Nella vita sono moglie, autrice, insegnante di filosofia e di recente editore.  

Anna: queste due domande mi ricordano twilight e i vampiri che schernivano il pescatore prima di pasteggiare con lui. Bando ai ricordi sono Anna ho 43 anni e con Barbara Parodi ho avuto, dopo anni di salda amicizia, l’idea della O.D.E., anche se il nome è tutto merito suo. Sono una moglie e una mamma, e soprattutto la spina nel fianco degli autori in quanto… (creiamo la suspense) sono un editor. 

- Ci vuole più coraggio, sana incoscienza, o passione per fondare una Casa Editrice in piena pandemia?

B: Direi sana incoscienza in generale. La O.D.E. è nata a inizio febbraio 2020, ma sì, siamo state travolte dalla pandemia come tutti del resto. Aprire una Casa Editrice è un impegno, una sorta di missione. Non va preso alla leggera, ma necessita della giusta dose di incoscienza per lanciarsi. 

A: Come ogni nuova attività ha bisogno di tutto quello che hai inserito nella tua domanda: coraggio perché decidi di metterti in gioco; sana incoscienza perché è un salto nel vuoto e non sai mai, nonostante tutto l’impegno che ci metterai come andrà e passione, perché ogni lavoro ha bisogno di passione. Non si deve vedere il lavoro come una costrizione, ma anche per piacere, è nel mio caso lo è.

-Perché un autore dovrebbe rivolgersi ad una Ce quando c'è self su Amazon?

B e A: Il mondo dell’editoria si è trasformato parecchio negli ultimi anni: dalla comparsa degli ebook fino al Self Publishing. Un autore può scegliere se affrontare la pubblicazione da solo, pagando editor, grafica, correzione di bozze e marketing, oppure può affidarsi a una Casa Editrice. In buona sostanza una CE fa tutto quello che dovrebbe fare l’autore self, si prende carico di ogni spesa senza chiedere denaro. Credo che la scelta sia semplicemente fra fare tutto da soli o fare parte di un team. 

- È vero che il 90% delle bozze che arrivano alle Ce non vengono neppure lette? 

B: Non posso rispondere per il mondo dell’editoria nel suo complesso, ma solo per quel che riguarda la O.D.E. Noi leggiamo tutti i manoscritti che arrivano. Trovo che sia una forma di rispetto verso l’autore: il manoscritto è un lavoro e come tale va rispettato. E poi che figura ci farei se l’autore mi facesse considerazioni su alcune parti della storia e io non sapessi di cosa parla?
A: Penso e spero di no, almeno per quanto riguarda la nostra Ce è un no sicuro. Noi leggiamo e rispondiamo a tutti. Non sarebbe eticamente e professionalmente corretto non dedicare almeno una lettura al lavoro di chi ci ha dato fiducia inviandoci il proprio testo.

-Ci sono più talenti nascosti che rimarranno nell'anonimato o pessimi libri in giro?

B: Non credo nei libri pessimi, ma solo in libri che possono essere lontani dal mio gusto. Di sicuro sono tanti gli autori che hanno qualcosa da dire e che lo dicono con consapevolezza, e “scovarli" è la vera sfida. Credo fermamente che chi ha voglia e passione ha anche le carte in regola per uscire dall'anonimato. 

A: Ogni testo è buono per il proprio autore. Sicuramente ci sono testi non perfetti e che possono apparire pessimi per problemi oggettivi e soggettivi, ma tutto sta a riuscire a vedere oltre il giudizio personale. Molte volte mi è capitato di leggere libri osannati che mi sono sembrati pessimi e viceversa. I talenti nascosti ci sono bisogno liberarsi dei propri preconcetti.

-La vostra Ce fa anche promozione dell'autore? Se si, come? E’ importante? 

B e A: La promozione è fondamentale. Un libro, a meno che non sia scritto da un autore famoso, non vende da solo. Noi cerchiamo di supportare l’autore per tutta la durata del contratto. Usiamo i social, le sponsorizzazioni, i video e le interviste. Il Covid19 ha purtroppo bloccato una parte consistente della promozione, ovvero gli incontri e i firmacopie, ma confidiamo in una ripresa al più presto.

-Qual è il profilo tipo che cercate? 

B e A: Cerchiamo autori che abbiano voglia di raccontare e raccontarsi, che siano pieni di passione per la scrittura. Non cerchiamo persone che si sentono arrivate, perché tutti, anche gli scrittori famosi, si devono mettere continuamente in discussione. Soprattutto cerchiamo persone capaci di emozionare.
-Oggi quale genere vende di più? 

A e B: Il Romance e le sue sfumature. Il mercato dei libri è oggi dominato dal Rosa, ma le nicchie resistono. Ecco perché abbiamo fatto la scelta di pubblicare più generi possibili, proprio per dare a tutti un libro che rispecchia il gusto personale. È vero che il Rosa vende, ma da accanita lettrice di Horror e Fantasy ho il dovere di proporre anche generi di nicchia.

-Si può vivere di scrittura? 

B: Certamente. Ovvio, bisogna anche capire quanto sia alta l’asticella del “vivere". Oggi ci sono moltissimi autori emergenti che hanno buone entrate dalle pubblicazioni. La speranza è sempre quella di scovare il prossimo Bestseller da milioni di copie, ma si può vivere anche con meno.

A: Forse sì, forse no. Nel senso che devi riuscire a farti un calendario rigido e cercare ti avere un ritmo di pubblicazione costante. 

-In conclusione, lo spazio finale dell’intervista è aperto. A voi la penna e il foglio.  

B: Ringrazio di cuore per questo spazio, è importante parlare di editoria soprattutto per informare gli aspiranti scrittori che le realtà serie e volenterose esistono ancora. Auguro a tutti di riuscire a mettere su carta se stessi e la propria passione, e di incrociare la strada di Case Editrici che amano il proprio lavoro.
A: questo spazio è pericoloso perché possiamo andare a ruota libera e potrei dire di tutto… chi mi conosce bene sa che non deve farlo. Scherzi a parte è stato un piacere avere la possibilità di conoscerti e grazie infinite per lo spaio che ci hai concesso. Dare voce all'editoria, soprattutto la piccola è importante. Quando si pensa alle Ce tutti puntano alle grandi, ma anche nelle piccole si posso trovare delle belle realtà. Delle persone che decidono di investire sui loro piccoli gioielli per curarli e farli splendere e risaltare ancora di più. 

mastari 

Commenti

  1. Risposte
    1. Per fare una buona intervista è indispensabile che dall'altro lato del " microfono" ci siano o ci siano persone appassionate e innamorate del proprio lavoro, tutto questo traspare anche da questo scambio, un tantino goliardico, che c'è stato. Grazie per il commento.

      Elimina

Posta un commento