Il successo di un libro è una complessa alchimia.


Giovane come la sua casa editrice, coraggioso come pochi e soprattutto con le idee molto chiare. Oggi abbiamo il grande piacere di ospitare sul nostro blog un editore.

Possiamo scrivere anche editore con la “E” maiuscola in quanto, dalle numerose referenze raccolte, e non solo, Lupi Editore rappresenta un’azienda seria, in un mondo in cui l’improvvisazione, troppo spesso, la fa da padrone.

-Jacopo Lupi, che coraggio a fondare una casa editrice. Raccontaci questa storia.

“La scrittura, la lettura, sono sempre stati il mio mondo. Ho scritto il mio primo libro, dieci anni fa ( Io non amo), ho fatto la gavetta sul campo, per meglio dire in libreria, nel 2015 abbiamo deciso di fare quest’importante passo e fondare la casa editrice indipendente, Lupi Editore.”

-Oggi quanti autori avete editato?

“Siamo, più o meno, su 180 autori. Poco meno della metà su Amazon, circa cento, invece, possono vedere un proprio lavoro in uno scaffale di una libreria in tutta Italia.”

-Perché questa distinzione?

“Il primo passaggio è capire le potenzialità dell’opera, mettere a fuoco il mercato, il target di riferimento. In questo Amazon aiuta molto per vedere se il libro… tira. Una volta superato questo step, si passa alla distribuzione fisica.”

-A proposito di Amazon. Qual è il tuo giudizio sul mondo del self publishing?

“Da editore non posso esprime un giudizio positivo. Viene pubblicato di tutto a discapito della qualità e inoltre il self, rappresenta una vera e propria concorrenza sleale nei confronti delle case editrici. Però c’è anche un aspetto positivo: l’autore che si affida al self, acquista a proprie spese, sulla propria pelle, la consapevolezza che senza un’azione di promozione del libro non si va da nessuna parte. ”

-Quindi per vendere non è necessario scrivere “solo” un buon libro?

“Quello è un pre requisito. Il successo di un libro è una complessa alchimia.Si deve partire da un’idea, passare per una stesura fatta bene, poi c’è tutta la parte tecnica e l’importantissimo ruolo dell’editing. Infine, ma non per ultimo, la promozione del libro. Se viene a mancare solo uno di questi tasselli, sei destinato a vendere solo a parenti e amici.”

-Esistono i raccomandati anche in questo mondo?

“Vi racconto un episodio realmente accaduto: ho parlato con un’autrice che dopo un solo anno, era passata a scrivere per una nota Casa editrice, raggiungendo livelli importantissimi (vincitrice di premi). Premetto che il suo ultimo libro è bellissimo. Spinto dalla curiosità di sapere come era riuscita a bruciare le tappe, mi ha candidamente riferito che ha pagato ( Jacopo mi ha detto la cifra ma non la riporto…) un’agenzia che le ha spalancato le porte della ribalta.”

-Forse sarà eticamente discutibile, però, è pur sempre un investimento…

“L’ho premesso prima: ho letto quel libro è mi è piaciuto tantissimo. E’ pur vero che se non avesse spinto, molto probabilmente, non sarebbe arrivata lì.”

-Le Agenzie letterarie sono come i procuratori nel calcio?

“Ci sono agenzie molto serie il cui lavoro è proprio quello di avvicinare un autore che ritengono abbia talento, alle grandi case editrici. Ovvero leggono tutti i testi che gli sottopongono, fanno un’attenta selezione e fanno delle scelte. Ovviamente, come in ogni settore, c’è anche chi è meno serio e sfrutta i sogni degli scrittori.”

-Invece, le recensioni acquistate su internet? Cosa c’è di vero?

“Potrei mostrarti un messaggio che mi è arrivato qualche giorno fa. Mi sembra di ricordare l’offerta: 2 euro per una recensione a cinque stelle. C’è proprio un tariffario…” 

-Jacopo, concludendo, si può vivere di editoria, si può vivere da scrittore?

“Di certo ci sono più libri in circolazione rispetto all’effettiva domanda…

Una cosa è certa: chi sceglie di fare l’editore, sceglie che non sarà milionario (sorride).

 

Grazie Jacopo.


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