Girovagando con Marco Turco


A dire il vero sono rimasto molto colpito dal titolo del libro “Ammazzalavoro”, mi ha attirato l’attenzione. Credevo fosse il “ solito” saggio sul mondo del lavoro, sulle tecniche di vendita e cose del genere. Sbagliavo. Si tratta di un noir a tinte rosa, considerando che la protagonista è una donna, Virginia. 
La seconda sorpresa dall’autore, dalla sua vita. 
Nel mezzo del cammino della sua vita, direbbe un nostro famoso collega, Marco Turco ha già esperienza da vendere. Nativo della Campania ha vissuto tra Lisbona e Barcellona, prima di fermarsi a Dublino, dove risiede attualmente. 
Idealmente, ci spostiamo in O’ Connell Street, nel cuore dell’Irlanda.  

-Ciao Marco, si può dire senza possibilità di essere smentiti, che non conduci una vita sedentaria. Cosa ti porta a questo “errare” ?
“Mi muovo in un moto abbastanza perenne per insoddisfazione cronica, probabilmente (e forse l'amore ne risente). Cerco nuove esperienze, nuovi ambienti, nuove persone per sentirmi vivo. Sono molto felice della mia vita "sempre in giro", perché mi ha dato la possibilità di incontrare persone fantastiche lungo il cammino. Mi sono completato professionalmente, questo è sicuro, ma ho ancora tanta strada da fare. E l'ispirazione data da nuove prospettive è quasi insostituibile!”

-In quale città sei stato meglio? Quale ti è rimasta nel cuore, dove torneresti ? 
“I ritmi lenti e la luce di Lisbona mi mancano tanto, ci torno molto volentieri quando posso (ho anche un carissimo amico lì).”

-Ti manca l’Italia? 
“Sempre! Ogni volta che ci torno, magari con gli occhi del "turista", mi sembra sempre che sia piena dei posti più belli del mondo. Tornarci definitivamente sarebbe normale, ma non saprei.” 

-Nasce da questo girovagare il personaggio Virginia? 
“Virginia è il frutto di tante esperienze, di tante giovani professioniste, italiane e non, conosciute in giro per l'Europa, è una sorta di sintesi della carica vitale delle persone che si muovono per cercare un futuro migliore (un po' un cliché, quest'ultimo, forse, ma per gli italiani all'estero o per chi ne conosce, rappresenta qualcosa di tangibile). “

-Quanto ti rappresenta ? (ovviamente non sei un serial killer…vero?) 
“Dentro siamo tutti un po' serial killer (come canta Salmo, se mi si perdona la citazione hip hop, "ogni volta che ci penso, mi sale il Charles Manson"), per cui penso che ci siano questi sentimenti forti di rivolta in ognuno di noi, me compreso. Virginia pensa solo a un'alternativa a quanto esiste, vuole solo un altro mondo possibile in cui non esistano abusi e soprusi. Discutere su come canalizzare la propria energia per affrontare le ingiustizie quotidiane è forse l'idea principale del libro, condita da molto umorismo nero. In tal senso il libro riflette quello che penso del mondo del lavoro praticamente ogni santo giorno. 

-Cosa hai voluto trasmettere con questo lavoro? 
“Ho realmente voluto trasmettere l'idea di un'alternativa, insisto su questo punto. Virginia è il simbolo del pensiero dissidente. Servono idee per affrontare una realtà ostica che ci vuole spesso poveri, disoccupati, infelici...”

-Come sta andando il tuo libro? 
“Non saprei rispondere, o meglio, dovrei rispondere su due piani diversi. Sul piano personale il libro mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con un mondo nuovo e con qualche persona interessante. Dal punto di vista commerciale immaginavo che fosse difficile e infatti lo è: dopo un mese e mezzo il libro attende ancora di spiccare il volo, probabilmente una spinta ulteriore verrà data dalla versione in inglese che uscirà tra pochi giorni. “

-Da cosa nasce l’idea di autopubblicare? 
“Autopubblicare è una necessità e un'opportunità allo stesso tempo. È fantastico che esista la possibilità di condividere il proprio libro, soprattutto se si ha un'idea molto chiara di quello che si vuole!”

-Hai inviato il testo a qualche Casa editrice? 
“Ancora no, ci sto ragionando. Non so se rappresenterebbe un grande passo o meno, eventuali rifiuti non mi spaventano, ma la sensazione di lanciare una bottiglia con un messaggio nell'oceano un po' spaventa, un po' scoraggia.”

-Come promuovi il tuo libro? 
“Promuovere è un parolone. Provo semplicemente a essere attivo sui social, sperando che con un po' di fortuna si venga a creare "l'effetto palla di neve".

-Dall’idea al prodotto finito, ci sono figure professionali che ti hanno aiutato? (editor, correttori, ecc) 
“Per il mio primo romanzo ho fatto tutto da solo (sono molto orgoglioso della copertina, per esempio, ma il mio lavoro mi ha aiutato in tal senso). Qualcuno ha definito il mio libro un "diamante grezzo", per cui non ti nego che mi piacerebbe metterlo nelle mani di un editor serio per tirarne fuori un libro pressoché perfetto.”

-A te l’ultima parola: 
Grazie per la possibilità di aver parlato un po' di Ammazzalavoro. Ovviamente ringrazio fin da subito quelli che vorranno immergersi nel mio libro (e quelli che lo hanno già fatto). Il futuro riserva un libro ancora più complicato, speriamo di rivederci per parlarne, credo, nel 2021.  
Buon viaggio, Marco.

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