Tremate, tremate...le streghe son tornate !!!


Mettiamo subito in chiaro una cosa: Simona Cremonini non ha nulla a che vedere con il Cesare cantautore, ex Lunapop. Eppure, la protagonista di oggi, qualche “contaminazione” musicale ce l’ha nel proprio Dna. Caso? Destino? Magia? 
A proposito di magia, Simona Cremonini, è un po’ streghetta . 
Profondamente affascinata dalla magia, ha incentrato tutti i suoi lavori scrivendo di leggende popolari e miti che circolano intorno al lago di Garda, altro suo grande amore. 
Una produzione ricca e prolifica tanto da ricevere premi e attestati di stima. 
Facciamoci spiegare tutto da lei. 
-Ciao Simona, partiamo un po’ da “ lontano”. Qual è l’angolo più bello del lago di Garda?
Sono un po’ di parte (un po’ tanto, lo ammetto, avendo casa a Manerba!), ma la Rocca di Manerba per me è unica. L’area archeologica, il parco, la cima da cui si vede il paesaggio da Sirmione fino al lago settentrionale, la spiaggia di Pisenze sotto la collina... l’ho già detto che sono di parte? Non è un caso che abbia scelto di farla diventare un luogo di ambientazione dei miei romanzi, la Rocca di Manerba è senza dubbio il mio posto preferito.
-Riusciresti mai a vivere senza il tuo lago?
Sarebbe difficile per molti versi ma penso di sì, a volte la vita ci allontana dalle cose e dalle persone che consideriamo indispensabili: ma di sicuro io non sarei la stessa persona. Ho scelto di restare sul mio territorio e di non andare altrove anche quando il mio lavoro mi chiamava verso i grandi centri urbani, questo perché stare in un posto che considero mio è molto importante per me, per l’individuo, la donna, la scrittrice, la ricercatrice, per tutte le mie personalità.
-Cosa ha di magico il lago di Garda?
Potrei essere banale e riassumerti le bellezze naturalistiche, geografiche, architettoniche, storiche... credo che però la sua marcia in più sia data anche dalla sua grandezza, che lo rende inafferrabile e misterioso, dal lavorio continuo e impercettibile di aria, acqua e terra che lo pervadono avvolgendolo di un’energia pari a quella del fuoco, dalla luce e dall'azzurro che illuminano le sue acque. Persino la mitologia riconosce la magia e la bellezza del lago di Garda, legando il suo
destino a quello di una stirpe di dèi che sono figli del dio delle acque Nettuno.

-Tu sei, forse, un po’ “strega”? (sorrido)
Forse sì. Attento ai malefici, dunque. (starò sorridendo?)

-Hai detto che credi nella magia. Cos'è oggi la magia? Impegno, fede, sacrificio, passione, ecc. Puoi spiegarlo meglio?
Non credo nello sciocco delle dita, che permette di ottenere in un lampo la realizzazione di un desiderio. Credo invece in un tipo di magia fatto di ritualità, di tentativi, di amore per quello che si vuole ottenere, ovvero penso che le cose importanti arrivino se ci siamo impegnati per farle succedere. Per questo servono gli ingredienti che ti ho indicato: impegno, fede, sacrificio, passione.
Purtroppo noto che invece le persone credono più nella magia come a una specie di botta di fortuna.
-Complimenti per la tua raccolta. Quale testo senti più tuo? Quale ti è piaciuto scrivere di più?
In Gardesaniana c’è un racconto a cui sono particolarmente legata, che si intitola “Di sangue in sangue”, perché nel 2013 quando l’ho scritto mi sono resa conto che non solo mi piacevano la storia e gli argomenti trattati, ma che con esso avevo trovato il mio stile e la direzione che volevo dare alla mia saga di narrativa, la Saga delle Streghe Quinti, di cui questo racconto è una sorta di spinoff o di antefatto, riguardando la madre della protagonista dei miei romanzi, su cui avrei lavorato negli anni seguenti. Anche se ogni racconto è indipendente dagli altri, di fatto tutta la raccolta risente dei temi degli altri testi di narrativa e di tutta la mia lunga ricerca sulle leggende del lago di Garda. E con questo racconto credo di aver delineato per bene cosa volessi fare, come volessi intrecciare leggende esistenti e vicende di narrativa inventate. Ero molto soddisfatta sia nello scriverlo sia nel rileggerlo. E devo dire che lo sono tuttora, anche dopo un po’ di tempo.
-Quanto è difficile oggi essere scrittori? (nel senso di professionisti o tendenti a tale obiettivo.)
Tanto. Non sono una che si piange addosso facilmente, ma le attività sono diverse e molto impegnative. Oggi un autore non solo deve documentarsi, leggere, studiare, scrivere ed essere continuativo nel produrre, ma deve anche promuoversi e farlo con modalità diverse. Non solo davanti a un monitor, ma spesso mettendosi in gioco con firma-copie, presentazioni, fiere, e non sempre con i risultati più soddisfacenti. Facendo almeno una quarantina di eventi all'anno, per me è un’attività più che continuativa e non so come farei a portarla avanti senza l’elasticità della libera
professione. Ho la fortuna, poi, di scrivere per lavoro, su commissione di aziende e realtà editoriali, dunque di conoscere molto bene i mezzi e le dinamiche della comunicazione, e posso dire che se un autore struttura questa attività in modo serio si trova a essere molto impegnato su vari fronti.


-Cosa dovrebbe fare oggi uno scrittore per far conoscere (e vendere) i propri libri?
Trovare la propria nicchia di riferimento. Trovare il modo di comunicare con quelle persone che sono interessate alle sue tematiche, al suo stile, a ciò che scrive. Avere le idee chiare su chi siano i propri lettori è molto importante, perché aiuta a parlare con queste persone e a raggiungerle nel modo più diretto. A volte può essere sufficiente intercettarli online (ma la percentuale che poi compra può essere davvero esigua), oppure fare pubblicità sperando di indovinare i canali giusti, ma il più delle volte solo mettendosi in gioco direttamente riuscirà a coinvolgere il proprio pubblico.
Ho accennato al fatto degli eventi che io faccio di persona: una cosa molto difficile è capire a quali eventi vanno le persone interessate a un genere di libro come il tuo, ma vale la pena se non si trovano altri canali che funzionano.

-La tua esperienza in termini di promozione, marketing, ecc.
Pubblico libri di narrativa e saggistica a mio nome dal 2008. Ho venduto diverse migliaia di copie dei miei libri, che oggi sono distribuiti a livello nazionale e su tutte le librerie online; di me hanno parlato giornali locali ma anche nazionali; ho vinto diversi concorsi letterari e pubblicato diversi racconti su riviste distribuite in edicola e su antologie di vari editori; ho anche collaborato con un film ambientato sul lago di Garda che ha vinto premi in festival internazionali; nonostante tutto questo, però, non mi sento arrivata e voglio specificare che quanto sto per scrivere è solo la mia esperienza. Credo che senza promozione non si possa arrivare da nessuna parte. Credo che un autore che voglia raggiungere degli obiettivi a un certo punto debba organizzarsi e (a meno che trovi qualcuno che lo faccia per lui) dedicarsi a una promozione un po’ strutturata, sia online, sia tramite i mass media, sia dal vivo. È difficile, è impegnativo dal punto di vista personale e anche economico, ma il marketing del libro oggi è indispensabile per andare oltre il proprio orticello.

-Che effetto ti fa vedere libri pubblicati (spesso in self) non editati o con tanti errori?
Dato che da molti anni faccio l’editor di libri, prima bestemmio in cirillico e invoco Cthulhu perché lanci una maledizione all'autore e ai suoi figli per sette generazioni... poi spesso a prendere il sopravvento è lo sconforto. Chi scrive e pubblica libri con tanti errori probabilmente pensa di essere un’isola felice, che sia importante solo ciò che scrive e non la comunicazione con il lettore: ma scrivere è, invece, anche e soprattutto comunicare col lettore (quando si toglie il libro dal cassetto e lo si pubblica, facendolo uscire dall'ambito privato e dello “scrivere per se stessi”) e non lo si deve fare con un testo sporco, non scorrevole, che cade in incoerenze e con errori di ambientazione o altri. È una grandissima mancanza di rispetto verso il lettore che decide di comprarlo e leggerlo, dedicandogli soldi, tempo ed energie. Poi è terribile che si pubblichino libri senza sapere che esiste la figura dell’editor o dell’addetto stampa, senza essere mai andati a una fiera del libro o a una presentazione. Eppure, seguendo gruppi di autori emergenti, in qualche caso ho letto domande agghiaccianti da parte di chi ha pubblicato un libro e solo poi si è reso conto che esiste una filiera attorno per comunicarlo (a partire dai contenuti) e promuoverlo.
-Concludi tu. A te la bacchetta magica… 
Intanto volevo ringraziarti per l’intervista. 
Volevo anche suggerire ai colleghi esordienti di non abbattersi ai primi insuccessi ma di guardarsi attorno per trovare ispirazione da chi ha avuto i suoi piccoli grandi successi in editoria. Non è impossibile avere le proprie soddisfazioni ma ci vuole molto impegno.
Riguardo ai miei libri, visto che nell’intervista ho parlato soprattutto di narrativa, vorrei aggiungere che chi vuole scoprire la magia del lago di Garda e delle sue terre può farlo anche attraverso i miei saggi che raccolgono le leggende popolari della zona. Sono delle “guide del mistero” che si possono usare anche per attraversare i luoghi e scoprire quelli più particolari e più nascosti.

-Ultimissima domanda: ma Cesare Cremonini è tuo parente?  
Mi è andata bene, di solito è la prima domanda che mi fanno... quella che odio di più :) Comunque risponderò con calma e nonchalance: no, non sono parente di Cesare ma sono parente del produttore di Vasco Rossi. 
Ti ho stupito? :)
Mio zio Walter (il fratello di mio papà) era uno dei produttori degli Usura, il gruppo dance che remixò Delusa e Gli spari sopra nel 1993 facendo andare il singolo al numero uno per diverse settimane.
Sono invece parente di Pezzali, ci crederesti?
Dalla parte di mia madre, mia nonna si chiamava Pezzali di cognome. Non ho mai indagato se ci fosse una parentela col cantante!
Comunque, per concludere, non fornisco biglietti gratuiti per i concerti, né di Cesare Cremonini, né di Vasco Rossi, né di Max Pezzali! 
Al massimo, se qualcuno vuole ordinare un libro tramite il mio sito leggendedelgarda.com, glielo mando autografato e con dedica personale. 

Ci toccherà ordinare tanti libri…altrimenti ci trasforma in raneee.

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