La natura di Gina Marcantonini.

 

“Il cuore d’oro di madre natura” .

Basterebbe il titolo del libro della nostra autrice, Gina Marcantonini, per focalizzare il tema odierno che sta tanto a cuore alla nostra scrittrice. Cresciuta in campagna, in una piccola fattoria di provincia, proprio lo stretto contatto con gli animali e con la natura ha forgiato il suo carattere e ispirato tanti dei suoi lavori. Giunta alle soglie della decima pubblicazione personale, Gina in questa intervista, ci confida le sue passioni, i suoi timori e le speranze per il futuro.
Conosciamo da vicino lei e il suo ultimo lavoro. 

 -Ciao Gina, presentati ai lettori del blog…
Ciao a tutti. Sinceramente mi è sempre rimasto difficile presentarmi, visto che da solo il nome dice molto poco. Forse la definizione in cui mi rivedo di più in questo momento è quella che mi hanno dato i bimbi a cui ora faccio la babysitter: Tata lavoretti racconta-storie. Credo che il motivo per cui mi chiamano in quel modo si possa immaginare. Ho sempre adorato mostrare, ai miei figli prima e ai bimbi a cui ho fatto l’educatrice poi, il mondo attraverso la manualità e il racconto di storie, a volte inventate sul momento, per spiegare un evento della vita o una morale o ancora un comportamento da attuare in certe situazioni, dando esempi corretti e sbagliati.

-Nella tua biografia emerge l’amore viscerale per la Natura. Riusciremo un giorno ad averne più cura e convivere con essa?
Bella domanda, che però andrebbe forse corretta con – Vogliamo davvero averne cura?- Che poi, se vogliamo essere pignoli nemmeno questo è il punto perché è proprio sbagliato il concetto. Queste domande, il voler “averne cura”, sottintendono che sia nostra, quando invece è l’esatto contrario: noi apparteniamo a essa e non viceversa. Come si fa a non capirlo? A noi piace essere sporchi, malati, denutriti? Come si possa concepire una società come quella in cui viviamo, senza immaginarne le conseguenze, non l’ho mai compreso.
Rispondendo alla tua domanda, ci riusciremo quando smetteremo di sentirci i padroni di tutto e inizieremo a capire che siamo una parte minuscola di qualcosa di inimmaginabilmente straordinario.

-In generale, nei tuoi racconti, qual è il confine tra realtà e fantasia?
Qui mi metti in difficoltà. Credo che ogni scrittore metta parte di sé in tutti i suoi lavori, com’è logico che sia. Per risponderti nel modo più corretto dovrei raccontarti i retroscena di ogni racconto, ma non credo basterebbero poche righe.
Vediamo… diciamo che molti dei miei personaggi sono in qualche modo alter ego di me e dei miei amici d’infanzia, che siano essi umani, animali o vegetali, così come alcuni dei luoghi descritti. Il contorno invece è fantasia.

-Dove è ambientato “Il cuore d’oro di madre natura” ? Chi è il protagonista? Ci puoi anticipare qualcosa?
Dovete sapere che questo, come la maggior parte dei miei racconti, è nato oltre vent’anni fa, come ho detto sopra, per spiegare ai miei bimbi che c’è ben altro di valore nella vita che il denaro. A quei tempi lo immaginai nelle Prealpi del Trentino Alto Adige, ma poi nell’ultima revisione l’ho spostato negli U.S.A per poterlo inserire in un contesto storico adeguato. Il protagonista potrebbe essere un cacciatore qualunque che, affascinato da fama, gloria e un bel gruzzolo, si ritrova invece a scoprire un tesoro talmente grande dal non poter essere monetizzabile: se stesso.

-Cosa piace ai lettori del tuo ultimo romanzo?
La cosa che li ha colpiti di più è forse la spietatezza con cui Madre Natura insegna al cacciatore, pur lasciandolo libero di scegliere.

-Hai già un numero importante di pubblicazioni alle spalle. Quale lavoro è andato meglio come vendite?
Ho iniziato a pubblicare su Amazon poco più di un anno fa e per ora il libro che è stato più letto sono state le mie Favole della Buona Notte.

-Ritieni che il self sia l’unica strada percorribile?
Nella realtà italiana di oggi purtroppo lo ritengo una strada che dà a chiunque almeno una possibilità, anche a chi non ha fondi cospicui da investire. Cosa che difficilmente accade con le altre strade. Purtroppo il mondo editoriale è un grande labirinto senza indicazioni. Prima di decidermi a far tutto da sola ho cercato tanto altre strade, ricevendo proposte per me non realizzabili.

-Cosa farai “da grande” ? La scrittrice?
Chi lo sa? Non ho certezze. Di sicuro mi piacerebbe poter vivere di una delle mie passioni. Soprattutto vista la situazione disastrosa lavorativa italiana, e il fatto che non avendo più vent'anni, quando non servirò più alla famiglia dove faccio la tata avrò poche possibilità di trovare un altro impiego. Per ora penso al presente, con la sicurezza che, avendone passate e superate tante, troverò comunque il modo per cavarmela.

-Spazio aperto, tutto per te: 

Le parole sfuggono veloci tra i mille argomenti di cui avrei voglia di parlare, ma potrei cominciare col dire che sono onorata di questa visibilità che mi stai dando, vista la difficoltà a farsi conoscere tra le miliardi di penne brillanti. Sinceramente per tanto tempo non mi è importato farlo e anche per questo le mie storie erano rimaste protette in un quaderno dalla copertina blu e i fogli multipli intercambiabili.
Poi da qualche anno finalmente la mia vita sta prendendo la svolta che volevo e tra i tanti cambiamenti è arrivato anche questo. Posso dire che sto iniziando a spingere più che posso in questa direzione, con tanti progetti che iniziano a prendere forma tra cui il sito internet, oltre che la revisione sia dei racconti già usciti, che di quelli ancora rimasti solo abbozzati nel quaderno. Dei primi ci sarà sicuramente la divisione delle favole in due volumetti, il primo per i più piccoli e il secondo per i bimbi dai 5 anni.

Dei secondi ho in cantiere, tra le altre cose, una serie di piccoli racconti in cui il protagonista bambino viaggia per il mondo e racconta alla mamma, sotto forma di lettere, le sue avventure. C’è poi la seconda, e poi la terza parte, della mia trilogia M.A.G.I.A. di cui il primo volume è già su Amazon. Rimane solo da trovare il tempo tra i mille impegni della vita, ma con la tenacia e la costanza ci si può riuscire.

-Una dedica?
Detto tra noi, dedico il mio lavoro per prima cosa ai miei figli, visto che molti dei particolari dei racconti sono stati aggiunti da loro quando erano piccini, e poi a tutti i bimbi del mondo, col la speranza che li facciano sognare, volare con la fantasia e fargli comprendere che un mondo migliore è possibile e dipende solo dai minuscoli gesti che ognuno di noi può fare quotidianamente.
Per ora credo sia abbastanza. Saluto tutti con calore.
Un abbraccio grande.

 


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