Scopriamo insieme "Ithaka"...

Possiamo dire che di strada ne ha fatta la nostra Federica Baglivo. Augurandole un brillante successo professionale e da scrittrice, la protagonista di oggi, intanto, ha messo nel proprio bagagliaio qualche migliaio di chilometri e maturato tanta esperienza in giro per l’Europa. Nata in Puglia, studentessa in Piemonte, passata per l’Abruzzo e adesso vive in Germania. Non c’è da stupirsi se poi nella sua opera parla di un’isola, Greca.
Conosciamo da vicino l’autrice di “Ithaka – Luna in cielo e rose in terra”

 -Ciao Federica, dei tanti posti che citi come luoghi del cuore mi ha colpito l’Abruzzo. Posso chiederti come mai? 
Ho vissuto ben nove anni in Abruzzo, quando ero piccola, con la mia famiglia. Di questa regione mi ha sempre affascinato il fatto che contenga in sé diversi paesaggi, dove abitavamo noi ci volevano 15 minuti di macchina per raggiungere il mare e, se viaggiavi circa un’oretta in direzione opposta, ti ritrovavi in montagna con i camosci! Il paesino in cui andavo a scuola era vicino alla costa, lì non nevicava mai, mentre da noi, a nemmeno 15 km di distanza, sì: quando gli altri bambini ci vedevano arrivare con la macchina di mia madre tutta bianca si domandavano sempre da dove venissimo! Lì andavo in spiagge dove l’acqua era bassissima perché c’erano i frangiflutti e dovevi farti chilometri per poter fare il bagno e poi l’inverno dopo riuscivo a investire innocenti signori con lo slittino (sono sempre stata maldestra). Infine, in Abruzzo ho conosciuto molti dei maestri della mia infanzia, che mi hanno trasmesso la passione per la scrittura.

 -Come si vive a Francoforte? Ti manca l’Italia?
Mi mancano certamente la famiglia e le amicizie che ho in Italia. Per il resto, so già da tanto tempo che la Germania è il posto adatto a me, non saprei spiegarlo, mi trovo a mio agio con la cultura, la mentalità, le abitudini, è come se fosse una sorta di affinità elettiva. Francoforte è una bella città, con davvero tante possibilità, che io a volte trovo tuttavia un po’ fredda. Negli anni dell’università ho vissuto in Renania, dalle parti di Colonia, dove la gente è tutta un’altra cosa: accogliente, sorridente, calorosa, ci si aiuta a vicenda, si attacca bottone nei bar, si sorride in autobus agli sconosciuti, si festeggia il carnevale in strada con carri e costumi, indipendentemente dall'età. Sono affezionata a quei luoghi, li visito molto spesso (complice anche il fatto che il mio amore viene da quell'area) e spero di poterci tornare a vivere un giorno.

 - Parli tante lingue, davvero l’italiano è il più difficile?
Dipende dai punti di vista! L’italiano ha sicuramente una grammatica complicata, soprattutto per quanto riguarda i verbi, con tantissimi modi e tempi diversi. Personalmente, la lingua per me più difficile da imparare, nonostante sia anche la mia preferita, è stata proprio il tedesco: ha una sintassi puntuale, i casi, la costruzione delle frasi è precisa come un orologio (del resto, sono del parere che ogni lingua si adatti al popolo che la parla). Dopo cinque anni di studio hai ancora l’impressione di non saper costruire un periodo senza errori! Io ormai sono arrivata a dodici e sto cominciando a scoprirne e sfruttarne le potenzialità più nascoste, anche nella scrittura. Sono convinta ad esempio che l’ebraico, una volta superato lo scoglio dell’alfabeto, non sia assolutamente paragonabile come difficoltà. Per il resto, ogni lingua ha le sue caratteristiche: in tedesco ad esempio non ci sono i gerundi e quindi le subordinate sono sempre esplicite, cosa che porta le frasi ad essere molto più lunghe e articolate. Quando ho tradotto il mio libro dall'italiano, mi sono ritrovata con cento pagine in più!

 -“Ithaka Luna in cielo e rose in terra” . Chi è Ithaka? Riuscirà a mettere a posto “i cocci” del suo passato? Ithaka è una ventenne curiosa e testarda, che ha l’obiettivo di ricostruire il passato del padre, fuggito dalla sua patria, la Germania, durante la Seconda guerra mondiale. Lui è stato il suo modello e si è occupato di lei quando era piccola, ma una malattia al cuore glielo ha portato via. Essendo poeta, le ha lasciato in eredità alcuni dei suoi versi, che la porteranno a iniziare le indagini nella cittadina bavarese di Kreuzbach, apparentemente un’oasi tranquilla, la quale tuttavia nasconde storie di sangue, di eroi e di ideali sotto una patina di indifferenza e di mediocrità. Ithaka dovrà confrontarsi non solo con il passato di suo padre, ma anche con il suo riflesso nel presente: qui infatti il nazismo non è mai morto e i suoi degni discendenti tengono sotto controllo un intero quartiere della città, praticandovi angherie e violenze indiscriminate. Alla cittadinanza questo sembra non importare e gli unici che si impegnano per cambiare le cose sono un gruppo di ragazzi appassionati di politica, che cercano di approfittare delle imminenti elezioni comunali per innescare finalmente una svolta. Unendosi a loro, Ithaka capirà qual è la sua vera missione e per cosa vale realmente la pena vivere.

 -Dove hai trovato ispirazione per questo tuo lavoro? 
Credo davvero che l’Ispirazione sia ovunque. Mi bastano il discorso di un politico in televisione, un episodio raccontato da un conoscente, una curiosità letta in un libro, persino una discussione sul nome di un pacco di pasta. Le rivelazioni arrivano sempre quando meno me lo aspetto, dopo mesi che magari sono andata cercandole. L’importante è non avere fretta e lasciare lavorare l’Ispirazione. Nei miei libri ho sempre messo i miei principi, le mie speranze, i miei orizzonti. Mi piace parlare per metafore, per simboli, e nascondere messaggi universali dietro caratteristiche accidentali di persone o luoghi. Sono molto attenta ai dettagli e, scrivendo di vicende storicamente verosimili, scartabello internet e fonti varie alla ricerca di particolari per me indispensabili come se si poteva fumare dentro le università e se esistevano i fazzoletti di carta negli anni ’60.

 -Quanto c’è di autobiografico?
Il rapporto di Ithaka con la politica e il suo percorso sono molto simili ai miei. Prima di arrivare a Kreuzbach, lei è convinta che la politica sia qualcosa di lontano ed estraneo e non vuole minimamente averci a che fare. Io fino ai 16 anni ero convinta che non avrei mai votato e mi annoiavo addirittura a sentirne parlare. La mia allora professoressa di Storia e filosofia, quando lo venne a sapere, mi fece una lavata di capo che mi ricorderò per sempre, dicendomi che non potevo ignorare qualcosa di così fondamentale per la vita di tutti. Al resto pensò un mio compagno di classe, che era davvero appassionato e mi raccontava le ultime notizie e i retroscena, insistendo finché non cominciai a interessarmi anch'io. Adesso non potrei farne a meno, è un aspetto molto importante della mia cultura ed è presente in tutti i miei scritti. Mi piacerebbe molto lavorare in questo campo.

 -Come stanno andando le vendite? La Casa editrice ti aiuta nella promozione?
Sembrerà una frase fatta, ma non scrivo per vendere. Scrivo per raccontare una storia e ovviamente più persone la leggono e più mi fa piacere, ma preferisco che arrivi davvero nelle mani di chi sa apprezzarla e capirla. Gli argomenti sono ostici (anche se tutti mi dicono che si lascia leggere molto in fretta!) e la lunghezza considerevole spaventa molti, non mi aspetto sia un romanzo per tutti. Promuoversi è difficile per un esordiente, ma credo che la casa editrice stia facendo un buon lavoro. Stiamo cercando di ottenere più possibilità. Spero, con il tempo e la pazienza, di raggiungere qualcosa di grande. Intanto mi rallegro di ognuno che legge il libro e mi contatta per lasciarmi un parere, anche se è negativo, non importa: i miei personaggi sono tipi tosti e sanno difendersi benissimo da soli!

 -Hai già in mente un secondo lavoro? Ithaka avrà un seguito?
Ithaka avrà sicuramente un seguito, ma prima di tutto avrà un prequel, o meglio, Kreuzbach lo avrà. Voglio raccontare un po’ la vita della cittadina prima dell’arrivo dell’intraprendente greca, cosa è successo nell'immediato dopoguerra e come si è arrivati alla situazione che la protagonista si trova di fronte. Qui ritroveremo alcuni personaggi che abbiamo conosciuto, altri che abbiamo solo sfiorato li approfondiremo e daremo una voce a chi finora non l’ha avuta. Si parlerà di amicizie distrutte, di legami inossidabili, di fratellanza, di estremismo, di ideologie e naturalmente di elezioni. E ci sarà un narratore d’eccezione!

-Spazio aperto (scrivi ciò che vuoi):
Forse dovrei smetterla di ciarlare e ritornare a scrivere, il prequel non compare certo da solo. Ringrazio per aver avuto questo spazio e mi auguro che sentirete presto parlare di me!

 


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