Dark Fantasy..."Rokky deadly demons"

 


La copertina del suo libro ci consente già di entrare nel profondo, deep come direbbero oltremanica, o dark come preferirebbe l’autore. Marco Gittardi è un giovane brillante, un grande lavoratore che nel tempo libero, segue con determinazione la sua passione: scrivere.
Demoni, figure inquietanti, pioggia fredda e sporca, tutti gli elementi che caratterizzano “Rokky – Deadly Demons”, un libro da non perdere specie per gli amanti del genere dark fantasy.

 

-Come stai Marco? Spaventato per questa pandemia e i risvolti economici?
Buongiorno, sto molto bene grazie. Devo ammettere che questo periodo particolare mi lascia molto perplesso, lavorando nel settore della ristorazione sto vedendo di persona il repentino calo della mole di lavoro. Anche a livello economico stiamo subendo un calo davvero drastico, sommando sia il problema economico che i problemi di salute che stanno dilagando direi che si, un po' di paura la provo.

-Cosa vuol dire per te scrivere?
Inizialmente era un modo per scaricare la tensione, per evadere momentaneamente dalla realtà che stava diventando monotona. Ora è più come parlare con un amico, scrivere è diventato fluido come fare conversazione, le parole mi escono con naturalezza ed è come se diventassi un tutt'uno coi personaggi, come se diventassi parte di quella brigata sgangherata che si aggira nelle terre fantastiche da me create.

-Come è nata la passione per il genere dark fantasy?
È stato quasi per caso, dopo diversi anni passati a leggere romanzi d'avventura e fantasy avevo iniziato ad annoiarmi perché i protagonisti si riempivano di ferite ma, riuscivano a eliminare sempre il nemico. Era diventato monotono, per quanto gli eroi fossero feriti, svolgevano sempre e solo azioni che si confacevano al loro ruolo di salvatore e avevano sempre la meglio. Gli eroi dei fantasy vincevano il male sfidando il cavaliere errante di turno a singolar tenzone, nei romanzi d'azione il protagonista crivellava il nemico, in quelli d'avventura la fama e la gloria vanno al protagonista. In un'opera dark fantasy non è sempre così, molto spesso l'eroe è l'antitesi stessa del ruolo, non è il cavaliere biondo che arriva cavalcando un bianco destriero, il più delle volte è sfigurato o il sentimento di vendetta gli deforma il volto dandogli un aspetto poco rassicurante. L'antieroe in questione è spesso scorretto e utilizza qualunque mezzo pur di raggiungere il proprio obiettivo. È stato il manga Berserk ad avvicinarmi al genere: il protagonista è crudele, violento e elimina chiunque si metta tra lui e la propria vendetta, l'antitesi perfetta del classico eroe.

-“Rokky deadly demons”. Di cosa parla? Chi sono i protagonisti?
Rokki deadly demons è un romanzo ambientato in un mondo diviso in cinque macro continenti che prendono il nome in base alla locazione geografica. In questo mondo hanno fatto la loro comparsa dei demoni antropomorfi e antropofagi chiamati Yokai o Strigoi o Djinn in base al luogo in cui si trovano, i protagonisti sono un uomo, una ragazza e un ragazzo. Tutti e tre hanno avuto a che fare coi demoni e cercano vendetta per motivi differenti: chi prova un forte desiderio di rivalsa, chi di odio e chi di vendetta. Le loro strade s'incroceranno e intrecceranno dando vita ad avventure sanguinarie che metteranno a rischio la loro vita ma che permetteranno loro di crescere.

-Ti senti vicino a qualche tuo personaggio?
A livello emotivo mi sento vicino a tutti loro, sono nati dalla mia penna e ammetto di aver sofferto e di essermi pentito di averli messi in situazioni pericolose.

-Cos’è oggi il male? 
Questa è una domanda è piuttosto difficile, il concetto di “male” non è semplice da spiegare. Credo che si possa dividere in due tipi: il primo è il male assoluto, quello dato da azioni atte al solo scopo di provocare dolore. Guerre, omicidi e ogni azione a loro collegata o simile si possono considerare “male”, penso che chiunque direbbe che queste azioni siano “malvagie”. Mentre il secondo è più relativo, direi che ne fanno parte tutte le azione che non rientrano nei canoni della società. Questo concetto varia in base al contesto storico, gli europei considerarono giusto sbarcare nel nuovo continente e ridurre in schiavitù le popolazioni perché le consideravano inferiori, ora vengono viste come azioni aberranti. La vera domanda è: se un rivoluzionario combatte contro un governo dittatoriale dovrà essere considerato dalla parte del bene o del male? Dopotutto, anche se viene vista come un'azione necessaria, una rivoluzione porta morte e distruzione non solo tra le fila del dittatore ma, soprattutto nei civili. Tralasciando che ogni azione atta a provocare dolore è da considerare sbagliata, il concetto di bene e male nasce dal nostro punto di vista. Ciò che per un individuo è giusto, per un altro potrebbe essere sbagliato.

-Intorno a te vedi più bene o più male? 
Intorno a me vedo solamente azioni atte a migliorare la vita di chi le compie, che siano giuste o sbagliate, che facciano parte del bene o del male non potrei dirlo. Tutti noi ogni giorno ci troviamo a fare delle scelte che, da un altro punto di vista possono essere considerate sbagliate. Naturalmente non mi riferisco a casi estremi ma, alle scelte che ognuno di noi compie quotidianamente. Dopotutto il male è compiuto dagli uomini.

-Questo lavoro è solo l’inizio? Progetti?
In verità si, questo è l'inizio di un progetto che vorrei riuscire a sviluppare in altri due volumi.
“Rokki, deadly demons”, è solo l'inizio che porterà a domandarsi chi è davvero il nemico: l'uomo o il demone? Sto anche lavorando a un racconto più leggero che vorrei caricare su Wattpad , anziché un dark fantasy sarà un'avventura basata sull'esplorazione.

-Il tuo libro sta incontrando apprezzamento?
Fin'ora ho ricevuto più commenti positivi rispetto a quelli negativi, è un libro particolare e la trama è cruenta e intrisa di sangue, quindi ho ricevuto qualche critica da chi non è propriamente un amante del genere.

-Come vanno le vendite? Soddisfatto?
Nonostante i numeri siano rasoterra posso dire che sta andando meglio di quello che speravo, essendo sconosciuto posso dirmi pienamente soddisfatto.

-Il sogno nel cassetto?
Ammetto che non mi dispiacerebbe vedere il mio romanzo in bella mostra nelle librerie, però per il momento è un sogno per l'appunto.

-Spazio aperto. Concludi tu l’intervista.
Chiedo scusa per essere stato prolisso, spero di aver attirato la vostra attenzione e il vostro interesse. È stato interessante e divertente allo stesso tempo rispondere alle domande, vi ringrazio per aver dedicato un po' del vostro tempo per leggere le mie parole.

 


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