"Un salto nel vuoto" con Laura Vinaccia

 

“Un salto nel vuoto” è ciò che temiamo tutti noi scrittori emergenti o alla prima pubblicazione. La protagonista di oggi questo salto l’ha compiuto due volte: con la prima pubblicazione e dando il titolo al romanzo. Con l’augurio che sia di ottimo auspicio, il “salto” di Laura Vinaccia è un salto d’amore, un salto verso questo folle sentimento che spesso ci aiuta a “volare”.
Ascoltiamo dalle parole della giovane autrice quanto c’è in lei e “ dietro” questo lavoro.

-Dopo tanto tempo hai deciso questo “salto nel vuoto” (scusaci il doppio senso)… Che timori avevi? Come li hai superati?
Il mio timore era quello di espormi, credo. La storia è frutto della mia immaginazione, ma è ovvio che mi sono ispirata a personaggi che esistono realmente, quindi avevo paura che potessero riconoscersi, che qualcuno potesse giudicarmi. Non avevo paura delle critiche negative, perché credo che servano a crescere ma l’idea di far conoscere il mio pensiero agli altri, mi metteva un po’ d’ansia. Tutte queste perplessità, paure, timori, sono riuscita a superarle grazie all'aiuto di due persone, la prima è mio fratello. Man mano che scrivevo, infatti, gli raccontavo la storia e lui con pazienza mi ha ascoltato proprio come quando era più piccolo e io gli raccontavo le mie storie, e mi   ha convinto del fatto che non dovevo fermarmi, che i pensieri sparsi nella mia testa, messi finalmente per iscritto in modo ordinato, non erano affatto male, anzi per lui andavano condivisi. La seconda persona è la mia migliore amica. Lei lavora a Verona, lontano da casa e durante il lockdown ha avuto una settimana di ferie, non potendo tornare a casa, era sola nel suo appartamento così le ho detto: “ora ti mando una cosa, dimmi che ne pensi”. Lei mi ha detto che ero pazza a non pubblicare. Così mi sono convinta definitivamente.

-“Un salto nel vuoto” perché la scelta di questo titolo?
Ho sempre pensato che l’amore fosse un sentimento basato soprattutto sulla fiducia ma una fiducia irrazionale e, nel momento in cui ci innamoriamo di una persona, ci abbandoniamo completamente, ma noi possiamo essere sicuri dei nostri sentimenti, la persona può ricambiare ma non possiamo sapere come si evolveranno le cose, quindi se siamo convinti dei nostri sentimenti rischiamo. Il rischio è un salto nel vuoto, così è anche l’amore, può andar bene, ma può anche andar male. Ci vuole coraggio a saltare nel vuoto, ci vuole coraggio anche per l’amore, soprattutto all'inizio, quando si è pieni di dubbi, paranoie, perplessità.

 -Chi sono i protagonisti e quanto sono vicini a persona della tua vita reale?
I protagonisti del romanzo sono Sara e Fede. Sara frequenta il liceo classico mentre Fede è al primo anno di università. Vivono nello stesso paese, si conoscono di vista perché bene o male, nei piccoli paesi, tra coetanei ci si conosce, ma non si sono mai parlato. Lui è il classico bello e impossibile, duro all'apparenza ma nessuno lo conosce fino in fondo. Sara invece fa parte di quella cerchia di persone meno popolari, infatti quando le arriva la richiesta di amicizia di Fede rimane spiazzata. I personaggi sono sicuramente ispirati a persone reali, persone che hanno fatto parte della mia vita  nel periodo dell’ adolescenza. Infatti qualcuno che l’ha letto mi ha contattato chiedendomi “ehi ma quello sono io?” Tengo a precisare che la storia è frutto della mia fantasia ma è ovvio che ci sono dei dettagli, episodi, che possono ricordare persone che sono state vicine a me, come ho già detto, durante i miei giorni da liceale, perché come Sara anche io sono stata una studentessa di liceo classico.

-Qual è il tema dominante? L’amore, l’amicizia, o cosa?
Sicuramente il tema dominante è l’amore con tutte le sue sfaccettature, la paura di avventurarsi in qualcosa di nuovo, le farfalle nello stomaco, la gelosia, il proteggersi a vicenda ma, l’amicizia è molto importante. Gli amici sono coloro che riescono a tirar fuori quello i protagonisti già sanno ma hanno paura di portare alla luce. Nel libro ci sono anche altri temi, in particolare la violenza sulle donne, il bullismo ed il suicidio. Temi che purtroppo sono presenti nella nostra società.

-Hai scelto la strada del self publishing. Come mai?
Mi aveva contattato una casa editrice ma voleva molti soldi per poter pubblicare il romanzo, avrei potuto aspettare altre proposte ma già sapevo che se non l’avessi pubblicato subito, non l’avrei fatto più. Così mi sono lanciata in questi presa del self publishing.

-La parte di editing, correzione, promozione, ecc. come ti sei organizzata?
Ho fatto tutto da me. Sicuramente ci saranno delle imperfezioni, ma a furia di rileggerlo correggevo qualcosa. Per quanto riguarda la promozione, credo che quella sia la parte più difficile. I booksgram mi danno una mano. Mai sottovalutare il potere dei social.

-Come stanno andando le vendite?
Le vendite non sono tantissime ma qualcuna c’è e di questo non posso lamentarmi. Mi interessa raggiungere quante più persone possibili.

-Sogni di fare la scrittrice?
Si. È sempre stato tra i miei sogni, sicuramente sono ambiziosa perché mi rendo conto che non è facile ma intendo provarci.

-Il tuo libro avrà un sequel?
No, in quanto è un romanzo auto conclusivo.

-Spazio aperto (scrivi ciò che vuoi):
Vi ringrazio molto per avermi dato questo spazio. Magari mi sono un po’ dilungata nelle risposte ma spero di aver incuriosito, così che tutti possano leggere la mia storia.
Sicuramente ci saranno altre storie da scrivere, nella mia testa ce ne sono tantissime, e spero vivamente di poterle condividere.
Il romanzo “Un salto nel vuoto” si può acquistare su amazon, ogni volta che lo dico, tutti credono che sia solo digitale, ma non è così in quanto è in vendita anche la versione cartacea.  


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