"Sale e cioccolato" di Maria Enea


Quando il proprio destino è scritto nel cognome. Maria Enea, insegnante, amante dei classici, autrice di “Sale e cioccolato” una raccolta di poesie intense, scritte quasi come una canzone, su uno spartito musicale. La ricerca dell’armonia è l’obiettivo o l’ispirazione maestra?
Proviamo a scoprirlo insieme, conosciamo da vicino la protagonista di oggi. Buona lettura.

 -Ciao Maria Enea, non posso non chiederti l’origine del tuo cognome. Insegni anche epica?
Il cognome Enea in Sicilia non è così raro. Sarà forse perché, nel suo viaggio, Enea approdò anche qui? Mi piace pensarlo. E comunque sì, insegno anche Eneide al biennio e Virgilio al triennio del liceo.

-La tua silloge “Sale e cioccolato” , inteso come dolce e salato? Come contrasto?
Il sale e il cioccolato sono metafore dei gusti della nostra vita. Il sale è metafora di un preciso gusto, che però è anche quello delle lacrime; il cioccolato è metafora del dolce e dei piaceri della vita. L’esistenza umana si snoda tra i contrasti.

 -Hai suddiviso il tuo lavoro in tre movimenti, perché?
La silloge è divisa in tre movimenti perché il mio ideale è l’armonia, come avviene nella musica sinfonica.

-Anima: chi è oggi un poeta?
Ti rispondo con le parole di una mia poesia: “Sono la voce dell’abisso, la voce dell’infinito.” Ma in questa sezione ho dato spazio anche a temi come la maternità, finora poco trattata in poesia, o la ricerca di Dio, che ho presentato come un’esperienza di NDE, near death experience, ossia un viaggio fuori dal corpo. Ma ho anche parlato della mia bici come mezzo esplorativo e come metafora di come sono fatta io.

-Antiche seduzioni: Cos'è oggi il mito?
Il mito oggi per la gente è solo un insieme di favolette lontane nel tempo e anche un po’ insensate. L’umanità non avverte più il bisogno del mito, perché la scienza, con la sua razionalità, ha preso il suo posto. Ma io mi sento sentimentalmente vicina agli antichi, perché amo la fantasia. Orazio, Virgilio e Dante sono i miei migliori amici.

-Terre e incontri: Cosa possiamo fare per salvare il creato?
Sono convinta che ognuno debba fare la sua parte per rendere il mondo un posto migliore. Dobbiamo impegnarci per i valori autentici, per l’ambiente, per l’integrazione. Lottare contro le ideologie che costruiscono muri. E dobbiamo farlo tutti, prima che sia troppo tardi. La mia poesia è uno strumento di lotta, soprattutto in favore delle donne.

 -Cosa vorresti venisse scritto sullo spartito della tua vita?
Vorrei che ci fosse scritto “Cerco instancabilmente l’armonia.”

-Torniamo al libro. E’ piaciuto?
Sì, il libro è piaciuto molto. Stranamente ad avere maggiore risonanza è il testo più duro, quello sul femminicidio, dal titolo “Al principio era il verbo.”

 -La recensione più bella?
A darmi maggiore soddisfazione è stata la giornalista Elena Canini, che scrive per il quotidiano Periodico daily e ha pubblicato una recensione- intervista. Il nostro dialogo è durato per mesi via mail, perché lei voleva i dettagli.

-C’è stata qualche critica che ti ha ferito?
Sinceramente non ho ricevuto critiche.

 -Un poeta scrive per il piacere di farlo o di comunicare emozioni? 
Io scrivo soprattutto per me stessa. Ma se non pubblicassi nulla, la mia lotta per un mondo migliore sarebbe vana.

-Domanda venale: si vendono libri di poesie?
La poesia ha un pubblico di nicchia, ma quella nicchia è uno zoccolo duro. Non a caso i poeti sono long sellers. Comunque sì, la poesia vende.

-Prossimo lavoro all'orizzonte?
Ho già un altro romanzo e un’ altra silloge già pronti, e tante altre cose in cantiere.

 -Concludi tu…
Vorrei concludere invitando tutti alla lettura. Perché “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.” Lo dice Dante, mica io.

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