"Io sono Tiberio Cavallo"

 


“Io sono Tiberio Cavallo” . Un titolo certamente originale che colpisce, attira molto l’attenzione. L’autore è Salvatore Testa di Secondigliano, una città nella città. Giornalista professionista in pensione ha trasferito tutto il suo estro e la sua passione in quest’opera. Andiamo a conoscerlo da vicino. 

-Come sta Napoli? 
Napoli non sta molto bene. Certo è diventata meta di flussi turistici costanti, ma le condizioni generali della città sono peggiorate dal punto di vista sociale, economico e politico.  Qui a Secondigliano c’è una biblioteca pubblica, intitolata a quel grande meridionalista che fu Guido Dorso, sottoutilizzata perché non hanno la minima idea di come debba essere gestita una moderna biblioteca.  

-Come sta Salvatore? Ti godi la pensione o lavori di più adesso? (sorrido)
Io sto bene, vivo la mia terza vita, quella dell’impegno sociale, come volontario culturale in tutte le scuole del quartiere, dove ho fondato e presiedo il Secondigliano Libro Festival, SeLF, con l’obiettivo specifico di migliorare i livelli culturali dei giovani; un progetto che spesso sconfina anche in altri quartieri e in altre città (Bologna, Firenze, Giugliano in Campania). E’ un lavoro faticoso e al tempo stesso leggero perché il contatto continuo con i giovani ti rigenera ogni giorno di più. La mia prima vita è stata quella di ragazzo e adolescente nei vicoli della città, da garzone a operaio a impiegato in due grandi fabbriche di scarpe. La seconda quella da giornalista professionista come redattore in una grande agenzia nazionale., con tantissime soddisfazioni professionali.

-“Io sono Tiberio Cavallo”. Ci può spiegare il titolo? Che attinenza c’è con il romanzo?
Tiberio è un ragazzo dalle grandi aspirazioni consapevole che il suo sia stato il nome di un grande imperatore cui aggiunge che in fondo un altro imperatore aveva nominato senatore il suo cavallo. Vive in questa visione e lavora per raggiungere obiettivi importanti (chiamerà il suo incubatore di aziende Tiberio Cavallo Investments, ma confesserà all’amico socio che la “I” per lui significava Imperatore). 

-Un uomo “fugge” dalla sua vita, cosa cerca? 
Una forte delusione d’amore lo costringe a una fuga dalla vita, si chiude per fuggire a un mondo di sogno in cui si era immerso, con il successo professionale e la donna che amava; ma a un certo punto trova la forza per uscire dall'isolamento e partire per un viaggio senza meta. Senza programmi, né date o orari, utilizzando solo strutture che utilizzerebbero persone normali (treni ordinari, autobus, corriere, carrozze e anche autostop). A Venezia un dépliant pubblicitario lo spinge a visitar per la prima volta una grotta naturale. Rimane incantato al punto da programmare la visita a tutte le grotte indicate nella pubblicazione, da est a ovest, da nord a sud del paese. Un viaggio che lo porta a chiedersi: Se la natura è stata così brava a trasmettere la sua storia, perché io non ne sono stato capace? Questo lo porta a elaborare un progetto industriale che rimetta in campo tutte le esperienze e le energie sue e dei suoi amici-colleghi per l’utilizzo di strutture semi abbandonate e il riscatto di un quartiere degradato, impiegando ricercatori del sud e manovalanza del suo territorio. E’ la sua rinascita la gioia di ritrovare intorno a sé le persone con le quali aveva sempre lavorato e di impegnarle su un obiettivo di promozione socio-territoriale; e su questo percorso ritroverà la sua donna che viene ad inaugura da Ministro il complesso industriale.

-Quanto c’è di autobiografico in questo romanzo?
Certamente in alcuni passaggi in cui c’è la voglia di fare e di uscire da una condizione di vita disagiata in cui non si ritrova e, in altri, il desiderio di mettere in campo qualcosa che possa servire a riscattare un territorio con una storia millenaria di autonomia amministrativa prima di essere fagocitato dalla città di Napoli.

-Il tuo romanzo è piaciuto? Sei soddisfatto?
Il libro, sebbene sia piaciuto molto alle persone che lo hanno letto, non ha avuto il successo che avrebbe meritato. L’avevo mandato ad alcune case editrici locali e nazionali, ma non hanno risposto. Allora ho deciso di auto pubblicarlo su Amazon. Purtroppo è uscito proprio nel periodo dell’esplosione del covid e non è stato possibile presentarlo adeguatamente, se non sui social.

-Spazio aperto: scrivi ciò che vuoi… 
Posso aggiungere che dalla fine del 2006, anno del pensionamento, avevo scritto poche cose. Con la chiusura per il covid mi è ritornata prepotente la voglia di scrivere e ho prodotto un saggio, pubblicato sempre su Amazon, sulle impressioni dei ragazzi di mezza Italia di fronte alla necessità di isolarsi in casa per l’epidemia, ed altri cinque romanzi breve di vario genere.

Commenti