"E poi arrivi tu"

 

Che hobby può avere oggi una persona che da bambina, a soli sei anni, scriveva le sceneggiature per le recite ad amici e parenti? Ovviamente la scrittura.
Laura Donghi, ha iniziato da giovanissima la sua “carriera” sebbene il coraggio, la forza, la consapevolezza di pubblicare il suo primo lavoro l’ha avuto dopo un autentico travaglio, dopo il suo ritorno in Italia.
“E poi arrivi tu” è la storia che ruota intorno a un bar di provincia, poi qualcosa cambia, le vicende s’intrecciano e il resto…ce lo racconta l’autrice.
 
-Ciao Laura, prima di tutto: come sta Bergamo e la sua provincia?
Credo / spero bene! Sinceramente non frequento molto i dintorni, ma quelle rare volte che mi capita non posso fare a meno di notare l’evoluzione ed i cambiamenti che altro non sono che il tempo che passa.

-Come sta Laura? Dopo l’esperienza a Londra sei tornata in Italia? Cosa hai lasciato lì, cosa ti sei portata da lì?
Laura sta bene, per quanto sia sempre alla ricerca di qualcosa che nemmeno lei sa cosa sia.. Dopo l’esperienza di ragazza alla pari sono tornata in Italia perché mi dovevo laureare, ma Londra resterà sempre la mia città del cuore. Sicuramente ho lasciato lì una parte di me e non escludo di tornare a riprenderla un giorno, ma altrettanto sicuramente sono cresciuta molto grazie a quell'esperienza.

 -Dopo otto anni ce l’hai fatta! Hai pubblicato il tuo lavoro.Come mai tutti questi anni di “ gestazione” ? Soddisfatta?
Ahahah, parlare di gestazione è alquanto azzeccato dato che il mio libro ha attraversato entrambe le mie gravidanze. Perché ci ho messo molto? Perché ho iniziato in punta di piedi, senza sapere dove mi avrebbe portato quello che stavo facendo, ma quando ho capito che nei rari momenti di pace la penna andava da sola, allora mi sono decisa a portare terminare il lavoro e a pubblicarlo.

-“E poi arrivi tu” . La nostra vita è gestita dal caso dal destino oppure dal nostro comportamento?
Bella domanda! Secondo me la nostra vita è quello che siamo o che vogliamo essere. Troppo spesso il caso o il destino non c’entrano. La vita è una sola e merita di essere vissuta proattivamente.

-Cosa sogna Sara (protagonista) dietro il bancone del Bar?
Sara sogna di non smettere mai di sognare. Ti cito una frase del libro che amo particolarmente: “Una cosa è certa: Sara amava sognare, con la mente aveva già vissuto mille vite e si può dire con certezza che se mai qualcuno avesse indetto un concorso per incoronare il più grande sognatore della storia, lei avrebbe sicuramente conquistato il podio”.

-Quanta voglia c’è oggi di fuggire via dal bar di provincia?
Sincera? Neanche troppa.

 -Che riscontri stai avendo dopo la pubblicazione?
Io non sono nessuno e quando non sei nessuno, devi impegnarti se vuoi far arrivare alle persone la tua opera. Posso dire che mi sto impegnando discretamente.

-Hai scelto il self con Amazon. Mancanza di Case editrici o cosa?
Ho scelto Amazon perché sono abituata ad arrangiarmi. Alle case editrici non ho proprio pensato. Chissà, magari in futuro ci proverò.

-Qual è la tua esperienza nel far conoscere il libro? Risultati?
Parenti e amici valgono? LOL.. Per ora chi l’ha letto, l’ha apprezzato. E tanto basta.

-Non dirci che dovremo aspettare altri otto anni per il secondo romanzo…(sorrido)
Ahahah, spero di no! Sono già all’opera.

 -Spazio aperto. Scrivi ciò che vuoi.
Grazie infinitamente per avermi dedicato del tempo, lo apprezzo molto.

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